Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Protesta bipartisan: «Adesso dobbiamo salvare il Sant’Elia»

Fonte: La Nuova Sardegna
5 agosto 2010



CAGLIARI. E adesso povero Sant’Elia? «Noi lo avevamo detto che sarebbe finita male», in ordine sparso ma bipartisan, è un coro unanime sul futuro dello stadio, a rischio di non vedere più partite di serie A e di un crollo sotto il peso degli anni e della mancanza di manutenzione. Nanni Depau, Pd, parla di fallimento della Giunta Floris: «Il problema è che si sono baloccati per anni e hanno portato avanti solo operazioni propagandistiche. Si è parlato di ristrutturazione, poi di un concorso internazionale di idee sul nuovo stadio, infine è venuto fuori il progetto di una struttura da costruire sulle ceneri del Sant’Elia: proposta poi legata alla possibilità di ottenere l’Europeo di calcio. E così, fallito l’obiettivo, non se n’è fatto più nulla. Mentre il privato va avanti per la sua strada. La situazione per l’attuale Sant’Elia è dramnmatica. Cosa fare? Ci sono occasioni per manifestrazioni non solo sportive e per eventi di varia natura come i concerti. Un impianto polifunzionale? Forse, ma bisogna fare presto». Massimliano Tavolacci, Udc, era tra quelli che avevano puntato sul nuovo stadio: «Il consiglio si era speso con un voto a favore, poi è naufragrato tutto, ora il Sant’Elia rischia di diventare una cattedrale nel deserto. La collettività pagherà un conto salato: si parla di grandi eventi, di manifestazioni sportive ma chi gestirà una struttura vecchia e biosognosa di manutenzione? E 2-3 concerti all’anno non ripagherebbero le spese. In prospettiva si potrebbe riqualificare l’area, ripensare al rapporto col quartiere, creare una cittadella dello sport». Ma il disastro è dietro l’angolo, se il Cagliari andrà via. «Non ci sono possibilità - chiude Edoardo Tocco, Fi, voto sì allo stadio nuovo sopra il vecchio - il tira e molla non ha fatto bene a nessuno e Cellino non ha voluto più sentirne». Un pasticcio annunciato. (ad)