Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Giovani e turisti dichiarano guerra al silenzio

Fonte: L'Unione Sarda
5 agosto 2010

Il caso. Singolare protesta all'Oasi Cafè dopo il blitz di martedì con i sequestri di mixer in tre baretti

Serra (Pdl) e Tavolacci (Udc): «Nuovi orari per la musica al Poetto»

Si è svolta ieri notte alla Quarta fermata, davanti all'Oasi Cafè, la prima manifestazione “Tutti in strada in silenzio contro il silenzio”.
Tutti in strada in silenzio contro il silenzio . Il titolare dell'Oasi Cafè, Luciano Spiga, attraverso facebook ha lanciato l'idea di una manifestazione “silenziosa” nella guerra dei decibel al Poetto. La prima protesta pacifica contro il blitz di martedì sera e il sequestro di mixer e casse acustiche nei baretti si è svolta ieri alle 22, con il sostegno di molti giovani e turisti. Verrà riproposta anche oggi e nel fine settimana. Un'iniziativa per contestare l'ordinanza comunale che ha imposto limitazioni definite rigide per le serate musicali. E anche nella maggioranza che governa la città di Cagliari si parla di rivedere l'ordinanza: i consiglieri Alessandro Serra e Massimiliano Tavolacci invocano nuovi limiti e orari per «una città che deve essere viva e vivibile anche per i giovani».
L'INIZIATIVA I sequestri e le denunce ai gestori dell'Oasi Cafè, del Palm Beach e del Nilo hanno creato un fronte comune tra i giovani in difesa della musica e del divertimento al Poetto. Per questo Luciano Spiga ieri notte ha dato appuntamento a clienti e amici davanti al suo baretto. «Un'iniziativa in silenzio contro il silenzio. E se dovesse servire ci ritroveremo anche nei prossimi giorni, compreso il weekend». I titolari dei chioschi chiedono di poter lavorare: «Se non offriamo serate di musica», hanno ripetuto Spiga e Maria Assunta Cabras, proprietaria del Palm Beach, «possiamo dimenticarci la clientela giovane, quella che viene al Poetto di notte, e i turisti. In questo modo lavoriamo di meno e saremo costretti a licenziare una buona parte dei nostri dipendenti». C'è di più. «La musica», secondo il gestore dell'Oasi Cafè, «può essere diffusa tutto il giorno e tutta la notte nel rispetto dei decibel. Il dj invece, secondo l'ordinanza comunale, può lavorare durante la settimana, tranne il lunedì, dalle 21 alle 24, e il fine settimana con una proroga di un'ora. Non capisco perché la licenza per la musica dal vivo preveda un intrattenimento fino all'1, mentre con un semplice contratto Siae ed un lettore di cd originali si possono mantenere sempre gli stessi volumi previsti per legge durante tutto il giorno e tutta la notte».
IL TURISMO Nonostante non abbia competenze dirette sul litorale e sull'ordinanza, Gianni Giagoni è l'assessore al Turismo. E il Poetto è una delle attrazioni principali. Senza dichiararsi apertamente contrario all'ordinanza, Giagoni avanza comunque alcune perplessità: «Se si vuole puntare sul turismo una città deve offrire servizi passando per un sacrificio dei cittadini. Un esempio è la decisione di chiudere al traffico Castello: i residenti non hanno fatto salti di gioia, ma è stata una scelta vincente dal punto di vista turistico. La stessa cosa è avvenuta alla Marina. Chi vive in questi quartieri ha comunque un vantaggio: la zona diventa pregiata e le loro abitazioni acquistano un maggiore valore commerciale». Il ragionamento può essere esteso al Poetto: «Chi svolge un'attività ricreativa con la musica», prosegue Giagoni, «disturba. Questo è innegabile. Si tratta di capire se si vuole affrontare la sfida con le altre città europee. Prendiamo il caso di Barcellona: la città è viva tutta la notte, nel centro e nel litorale».
SUBITO IL PUL Il “caso Poetto” torna così d'attualità nell'agenda politica cagliaritana. Prima del blitz nei baretti, era toccato ai venditori di ricci, passando poi per l'abbattimento dei chioschi e la chiusura dei campi di beach volley e beach tennis nella spiaggia. «Sono tutti segnali», commentano i consiglieri comunali di centrodestra, Serra e Tavolacci, «che una parte della politica e dell'amministrazione devono ancora adeguarsi all'idea che i cittadini e i turisti hanno della nostra spiaggia. Se vogliamo che Cagliari sia una città turistica e che offra opportunità dobbiamo cambiare e dobbiamo farlo subito». Per questo i due consiglieri chiedono che il Consiglio comunale «venga messo nelle condizioni di discutere e approvare il nuovo piano del litorale in base agli indirizzi che da tempo ha già fornito alla giunta». Ma l'idea è un'altra: «Occorre adeguare limiti e orari permettendo alla città di essere viva e vivibile anche per i più giovani, sia in termini occupazionali sia in termini di offerta ricreativa. Questo nel rispetto dei diritti di tutti, di regole precise e trasparenti e del valore ambientale della spiaggia».
MATTEO VERCELLI

05/08/2010

I residenti
«Volume troppo alto? I problemi sono altri»


L'estate è la stagione delle feste, dei falò in spiaggia e delle bevute con gli amici. Ma estate significa anche turisti che hanno voglia di divertirsi. Di questo sembrano essere coscienti anche i residenti del Poetto, che tollerano la musica più alta del normale. Ma anche chi frequenta i chioschetti sa che il problema esiste e si dovrebbe far qualcosa.
Marcello Cannas è seduto con gli amici, Giovanni Ambu e Matteo Pisu, a godersi il fresco di una notte estiva di maestrale, in uno dei chioschi della quinta fermata. Per tutti e tre «si dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra le esigenze dei gestori dei chioschi e quello dei residenti, che hanno il diritto di riposare la notte». Matteo aggiunge che «bisognerebbe limitare un po' i decibel. Anche nel fine settimana».
IL TURISMO Più avanti, nei chioschi tra lo stabilimento dell'Aeronautica militare e l'ospedale Marino, dove i concerti in spiaggia sono la maggiore attrattiva, le opinioni cambiano. «Qui di fronte non ci sono abitazioni, c'è solo l'ippodromo. In questo tratto di spiaggia non dovrebbero esserci limitazioni. A chi dà fastidio la musica? Ai cavalli?», dichiara Mattia Congiu, mentre Daniela Satta aggiunge: «Fino all'anno scorso c'erano moltissimi turisti, perché si sapeva che se venivi al Poetto comunque avresti trovato qualche concerto interessante. Quest'anno la spiaggia è semivuota». Mentre Andy Konemann (che a dispetto del nome tedesco ha l'accento che rivela l'origine isolana) pone un problema di coerenza: «Non capisco perché nessuno dice niente per i chioschi nel centro, che sparano il televisore a tutto volume sino all'alba. Mentre qui al Poetto ci sono tante polemiche inutili».
I RESIDENTI Nonostante le tante polemiche, i residenti del Poetto non sembrano infastiditi dalla musica ad alto volume. I problemi sono altri.
In primo luogo la mancanza di educazione di chi non rispetta il quartiere balneare della città. «Bisognerebbe fare il test alcometrico prima che i ragazzi entrino in discoteca, è quello il momento peggiore» esclama con enfasi Graziella Medda, residente in via dei Villini, che aggiunge: «La mattina troviamo solo bottiglie vuote e le tracce delle sbronze della sera prima. È giusto divertirsi, andare a ballare, ma bisogna essere più civili. Pensano solo a stracciarsi». Della stessa opinione Egle Floris: «Il vero problema è la maleducazione. La Polizia municipale dovrebbe fare più controlli». Stessa richiesta di Alessandro Olla, che abita tra la quarta e la quinta fermata: «La musica? A me piace, non è un problema. Ci vorrebbe più controllo anche nei vicoli interni, non solo nel lungomare e nel lungosaline. Quello che non tollero è vedere la gente bivaccare, lasciare i rifiuti ovunque. I decibel li fa anche il Lido, e nessuno dice niente». Mentre Svetlana Utrina, che vive e lavora al Poetto, alla quinta fermata, nota un cambiamento qualitativo: «Quest'anno mettono musica migliore, più rilassante. Non rumorosa come quella degli anni passati. E in ogni caso il volume è più basso». Sarà perché bisogna spegnere la musica a mezzanotte, all'una nel fine settimana.
L'opinione che riassume meglio quella dei residenti è di Germana Trincas: «Il Poetto è un quartiere mal gestito, non pulito e non tutelato. Dovrebbero multare più severamente chi inquina, anche con i mozziconi di sigarette. Sfruttare meglio le zone non residenziali, regolare il traffico e i parcheggi. È giusto che d'estate i giovani si divertano, ma con equilibrio». Parole con le quali sembra essere d'accordo anche un residente “eccellente” del Poetto, l'assessore ai Lavori pubblici del Comune Raffaele Lorrai, che dichiara: «Sono favorevole a che i bar d'estate vivano ma dovrebbero moderare i decibel. Il vero problema però sono gli schiamazzi. Anche quando i bar sono chiusi». Una questione che non si risolve spegnendo la musica a mezzanotte o all'una.
MARIO GOTTARDI

05/08/2010