Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Aziende in crisi, sos per 1625 lavoratori

Fonte: L'Unione Sarda
29 luglio 2010

Allarme della Cisl sulla diffusione degli ammortizzatori sociali: bisogna cambiare sistema

Cassa integrazione in deroga per 115 imprese cagliaritane
Anche nella provincia di Cagliari sono sempre di più le aziende che hanno bisogno di aiuti.
La crisi continua a mietere vittime, anche tra chi un tempo sarebbe riuscito a snobbarla. Tira aria pesante in tutta la Sardegna: dal Golfo degli Angeli a Santa Teresa di Gallura nessuna azienda si salva. Gli ultimi dati sulla cassa integrazione “in deroga” (sostegno economico per lavoratori di imprese in crisi esclusi dagli ammortizzatori sociali ordinari) disegnano uno scenario drammatico: sono 346 le aziende e 4963 i lavoratori che si trovano in questa situazione. La provincia di Cagliari non fa eccezione: ben 115 imprese hanno ottenuto la “cig” in deroga per i loro 1625 dipendenti. E 77 sono le nuove aziende che, sempre nel cagliaritano, ne hanno ottenuto per la prima volta la concessione. È la Cisl, che ha elaborato i dati forniti dall'assessorato regionale al Lavoro, a lanciare l'allarme: «Altro che provincia ricca - dice il segretario provinciale Fabrizio Carta - anche Cagliari soffre né più né meno delle altre province sarde. Se poi guardiamo al Sulcis la situazione è ancora più allarmante perché, a fronte di una popolazione molto inferiore, i numeri assoluti sono ancora più alti, con 1634 lavoratori».
LO SCENARIO È una crisi che colpisce tutto il cagliaritano e che sta investendo non solo le grandi realtà ma molte piccole e medie aziende, del terziario e dell'edilizia. In questa drammatica mappa si trova di tutto: dall'azienda metalmeccanica a quella di informatica, dal call center al centro di formazione professionale, dalla piccola impresa edile alle cooperative sociali, dall'azienda che si occupa dell'ambiente a quelle di ristorazione, dalle aziende di vigilanza ai notai e studi commerciali. «Non si salva nessuno - evidenzia Carta - è un campionario della realtà provinciale di Cagliari fatta di un tessuto di piccole aziende spesso al di sotto dei 15 dipendenti. Non mancano naturalmente grandi aziende, come la Bridgestone e la Silius, ma si tratta di eccezioni». Da qui, sostiene il sindacato, l'esigenza di costruire un sistema di ammortizzatori sociali non più in deroga ma ordinari.
PROSPETTIVE Per i lavoratori il sussidio percepito (70% a carico dello Stato, 30 della Regione) è una magra consolazione: solo il primo anno possono contare sull'80 per cento della retribuzione, negli anni successivi, a seguito delle proroghe, l'assegno scende sotto i 400 euro, esattamente a 380 nel caso che la cig in deroga venga concessa per la terza volta. Ecco perché è importante che questi lavoratori vengano valorizzati e se possibile reinseriti nel mondo del lavoro. «La Provincia sta assumendo un ruolo determinante, in ossequio alle linee guida della Comunità europea che ci impongono di inserire i cassintegrati in un percorso attivo di ricerca del lavoro - spiega Lorena Cordeddu, neo assessore al Lavoro della Provincia di Cagliari - attraverso i Csl, gli ex uffici di collocamento, garantiamo servizi specialistici a questi lavoratori aiutandoli a formarsi e riqualificarsi. E infatti i centri sono oberati di lavoro». Gli accordi-quadro con la Regione prevedono di poter impiegare i lavoratori, ormai alla terza proroga, negli enti pubblici locali, con l'erogazione di un bonus fino a mille euro. Un esempio su tutti: i dipendenti della clinica Maria Ausiliatrice, in terza deroga, sono stati inseriti nella Asl, per ora fino al 31 dicembre: oltre ai 380 euro percepiscono il bonus dell'Inps fino a mille euro e un'eventuale integrazione da parte della Asl. Proprio con Regione e Provincia i sindacati hanno aperto dei tavoli di confronto: «Ma ci sono forti ritardi - denuncia il segretario della Cisl cagliaritana - da parte delle Province e dei Centri per il lavoro. Bisognerebbe rafforzare il servizio i cui dipendenti non sono neanche loro stabili e in effetti sono in stato di agitazione perché il loro contratto scade a dicembre. In molti casi anche i Comuni sembrano poco interessati a questi processi di ricollocazione e di formazione che vanno invece assolutamente attuati». È lo stesso assessore comunale alle Attività produttive, Paolo Carta, a dire che «gli strumenti del Comune non sono sufficienti» e che «uno dei grossi problemi è rappresentato dal credito alle imprese». Ciò non vuol dire che via Roma stia solo a guardarla, questa crisi: «Abbiamo fatto molti bandi per il finanziamento delle imprese utilizzando i residui della legge 37 bloccata dalla precedente Giunta regionale. Inoltre - ricorda Carta - abbiamo stabilizzato più di 110 persone, precari della pubblica amministrazione. E ogni anno organizziamo cantieri per 150-170 lavoratori». Insomma la situazione è drammatica per tutti, nessuno lo nega: «La Cisl - assicura il segretario - è pronta a fare la sua parte, partendo da questi dati: continueremo a parlarne con la Provincia, occorre aprire subito tavoli concreti su politiche sociali, del lavoro e della formazione. Altrimenti ci sarebbe da chiederci: a cosa serve l'ente intermedio Provincia, tanto bersagliato, se non svolge bene il suo ruolo?».
CARLA RAGGIO

29/07/2010