Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sono il signor nessuno»

Fonte: L'Unione Sarda
22 luglio 2010

A tu per tu con Elio Germano, Palma d'oro a Cannes 2010 come migliore attore Oggi in scena a Cagliari, al Civico di Castello, con un monologo teatrale di Will Eno

Elio Germano risponde al telefono, via assistente, davanti al nastro delle valigie.
Aeroporto di Cagliari.
Sette di sera.
Ventisei gradi.
Assistente: «Le chiedo un favore».
Giornalista: «Prego».
Assistente: «Sia breve. E non gli chieda della sua vita privata».

Pare che, in questi giorni di interviste che ne finisci una e ne inizi un'altra, qualcuno gli abbia chiesto: «Javier Bardem si è sposato. Stai pensando anche tu alle nozze?». Ora: è vero che Elio Germano (Roma, 1980), ha condiviso con Javier Bardem (Las Palmas de Gran Canaria, 1969) la Palma d'Oro a Cannes come miglior attore. Ma pure il matrimonio ex aequo ci sembra troppo.

Giornalista: «Stia tranquillo».
Assistente: «Allora glielo passo».
Avvertenza per chi legge: questa intervista è stata fatta a Cagliari. Ma allora perché al telefono, vi chiederete. Giusta osservazione. Ma certe volte, tutto va veloce. Evidentemente troppo. Peccato. Perché ci sarebbe piaciuto raccontarlo, questo ragazzo attore. Guardarlo negli occhi, misurarne il cuore; capirlo, anche dall'incresparsi sottile delle labbra, dal tono leggero di un sospiro. Perché quando recita, appare immenso. E nella vita? Raccontare se sorride, mentre parla; se gioca con il telefono; se si guarda intorno, curioso. Se la gente lo riconosce: l'ultimo italiano a vincerla, quella Palma d'Oro, è stato Marcello Mastroianni. E invece no. Allora buonasera, e il tempo di una telefonata è quello che è.

«U' tempu è Dio, diceva Massimo Troisi». Elio Germano ha una voce elegante. Stanca, ma elegante.
Oggi alle 21.30 debutta a Cagliari, al Civico di Castello, per la XXVIII Notte dei Poeti con un monologo di Will Eno per la prima volta rappresentato - e tradotto, in Italia.
«Curioso uomo, Thom Pain. Antieroe solitario, narratore, amante tormentato, pazzo, esistenzialista, comico, caustico, poeta, filosofo, animatore, prestigiatore, consigliere, filosofo, canaglia, confessore, seduttore, ottimista ferito. E pessimista speranzoso».
Il sogno di ogni attore.
«Non c'è spazio per nessuna finzione scenica. Ci sono io, che divento Thom Pain. E basta».
Germano, due mesi fa ha vinto a Cannes. Poteva avere il nostro cinema in mano, invece ha lasciato tutto e ha scelto il teatro.
«È il tempo, ancora il tempo, che ha deciso. Il monologo di Eno è un progetto che porto avanti da mesi, molto prima di Cannes. Al cinema ritornerò poi».
Scegliere è un privilegio.
«Sono fortunato».
Non sia modesto. Lei è bravo.
«Il mio talento sta tutto nel giudizio della gente».
Dalla biografia di Elio Germano: Concorrenza sleale , di Ettore Scola (2001); Respiro , di Emanuele Crialese (2002); Fame Chimica , di Antonio Bocola e Paolo Vari (2003); Che ne sarà di noi , di Giovanni Veronesi (2004); Quo vadis, baby? , di Gabriele Salvatores (2005); Mary , regia di Abel Ferrara (2005); Romanzo criminale , regia di Michele Placido (2005); N (Io e Napoleone) , regia di Paolo Virzì (2006). Sino a
Mio fratello è figlio unico , di Daniele Luchetti, che l'ha diretto anche nel premiato La nostra vita . Passando per Nessuna qualità agli eroi , Il mattino ha l'oro in bocca , Tutta la vita davanti , Il passato è una terra straniera , Come Dio comanda e in questo elencare mancano un'altra dozzina di film, eppoi le fiction, eppoi il teatro.

«Sogno un cinema militante».
Non l'è bastato lo scompiglio che ha creato a Cannes, dedicando la sua vittoria a quegli italiani che fanno di tutto per rendere l'Italia un paese migliore nonostante la loro classe dirigente?
«Quella dedica mi è uscita dal cuore. Eppoi, quando dico militante, mica intendo politico. Sogno un cinema che ha profonde aderenze con le necessità più reali. Cerco di trovare, o di ridare, un senso - il più vero - al mio mestiere. Ma questo dovrebbe valere per tutti. Per gli attori, e i per i politici, per gli avvocati, per gli insegnanti. Per i giornalisti».
La gente vuole sapere con chi esce, con chi dorme, cosa mangia, dove vive Elio Germano.
«Raccontarlo, sarebbe solo peccare di vanità. I nostri politici, piuttosto, sono loro che devono raccontarci tutto. Ognuno di noi fa un mestiere;e lo faccia secondo la sua definizione più vera. O militante, come lo intendo io. Per il resto, sa cosa le dico? Non mi piace essere raccontato: il mio lavoro è essere nessuno».
O uno, o centomila.
FRANCESCA FIGUS

22/07/2010