Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nielsa, il suono dello scirocco

Fonte: L'Unione Sarda
15 luglio 2010


Nielsa, il suono dello scirocco

Se vivere in un'isola come la Sardegna è obbiettivamente un motivo di difficoltà per una band che vuole suonare, farsi conoscere in giro e uscire fuori, vivere nell'isola di un'isola come quella di San Pietro rischia di esserlo anche di più. I Nielsa vengono da lì, da Carloforte, e vivono il loro rapporto con la “isolitudine” in modo bifronte: come limite ma anche come motore immobile della loro vocazione alla musica.
«L'origine del progetto è quello: l'isola, l'isolamento», spiega Stefano Cherchi, cantante e chitarrista della band, in concerto venerdì a Cagliari al Poetto in occasione del Mondo Ichnusa (in apertura di Marracash e Alex Britti). «È un luogo dove domina la noia e questo ci ha portato da quasi dieci anni a trovare la voglia di suonare e di proporre la nostra musica, un po' come un antidoto». Ma non è solo quello. L'isola è una potentissima fonte di ispirazione che si traduce in atmosfere ben precise, da sempre in dialogo con essa: con i suoi luoghi vergini, con la terra e con il vento che la attraversa. «Carloforte è un paese piccolo, tutto il resto è incontaminato. Andiamo alla ricerca di luoghi abbandonati, come una vecchia casa del cacciatore dove suonare e lasciarci ispirare. Ci ispirano i venti e ci ispira la natura. Vivere a Carloforte vuol dire faticare di più. Ma siamo ripagati dagli impulsi che riesce a darci».
I Nielsa sono nati nei primi anni zero - il loro primo concerto si è svolto di fronte a poche persone a un prete in un oratorio di San Pietro - e hanno pubblicato il loro primo disco nel 2007, Le rose di addio, distribuito da Sony BMG, un album intimista e noir con una vocazione al cantautorato retro di matrice italo-francese. Nel corso degli anni hanno accumulato un po' di esperienze: hanno suonato in apertura di Paolo Benvegbù, suonato a Urbino in occasione di Territorio Musicale, vinto il Premio Fabrizio De André nel 2005. E attualmente sono al lavoro sui brani del nuovo disco. «Il prossimo avrà un sapore diverso del precedente. Sarà più acustico, quasi live, molto più d'impatto. Stiamo pensando di usare dei campioni di suoni trovati nell'isola. Ma la nostra musica è sempre galleggiante, sospesa. È musica di vento e come il vento ha molte sfumature. Momenti calmi di brezza e altri di burrasca».
Le fonti di ispirazione e gli ascolti della band vanno da Neil Young e la famiglia Buckley (Tim e Jeff) fino ai vecchi chansonnier francesi, ma uno dei punti di riferimento principali dei Nielsa è Fabrizio De André, di cui hanno coverizzato “Inverno” nel disco precedente. Rispetto alla scena musicale italiana si sentono qualcosa a parte. «Non vorrei sembrare presuntuoso», dice Stefano, «ma non ci sentiamo legati a qualche filone italiano attuale. Ascoltiamo vecchi dischi e cerchiamo di fare musica senza pensare dove possa essere collocata». Un'apparente bizzarria della band è che ha suonato molto più in Italia che in Sardegna. E quando chiedi come sia la scena musicale carlofortina, Stefano risponde: «c'è un numero elevato di musicisti in rapporto al numero di abitanti. Però manca la continuità. È sempre così: arriva lo scirocco e i musicisti cambiano band».
ANDREA TRAMONTE

15/07/2010