Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Claudia Pinna, campionessa al bivio

Fonte: L'Unione Sarda
22 luglio 2008

«È sempre più dura confrontarsi con avversarie professioniste»
«Non mi ha cambiato la vita vincere il titolo italiano, figuriamoci perderlo». Claudia Pinna la prende con filosofia. La mezzofondista di San Gavino era l'unica sarda campionessa d'Italiana e ha dovuto abdicare proprio a Cagliari, nella sua terra. Perso il titolo dei 5.000, le è rimasto il bronzo nei 10.000, conquistato con una gara memorabile. Non è lo scettro perso che la preoccupa, non è questo che deve preoccupare il movimento sardo. Il rischio oggi è un altro: perdere uno dei migliori talenti del mezzofondo e una delle promesse della Maratona.
Delusa?
«No, anzi, sono contenta delle prestazioni di quest'anno per come le ho ottenute. Alla fine quello che rimane è il risultato, non come ci sei arrivato. Soltanto io e chi mi sta vicino sa cosa c'è dietro».
E cioè?
«Tante difficoltà. L'anno scorso la preparazione per la maratona era stata buona, anche se, lavorando come farmacista e stando otto ore in piedi, il risultato non era arrivato. Ma quando sono partita per il corso di Forestale a Sabaudia ho raccolto i frutti. Quelli del Corpo Forestale nazionale mi permettevano di allenarmi due volte al giorno, mentre facevo il corso. Da luglio a ottobre ho ottenuto i migliori risultati».
E quest'anno?
«Sono cambiate molte cose, lo stop per la forma virale di meningite ha cambiato tutto. I medici mi avevo detto di stare ferma sino a marzo. In realtà l'entusiasmo per i risultati del 2007 e le promesse mi hanno spinta a ripartire prima. Quando hai le motivazioni fai anche più sacrifici. per questo nel 2007 dopo i tricolori ho preparato anche i mondiali di Mezza Maratona di Udine».
Che tipo di motivazioni?
«La possibilità di entrare nella gruppo sportivo del Corpo Forestale. Ho sempre sognato di essere una professionista dell'atletica. Ma se mi dicono che questa opportunità non c'è più...»
Ci faccia capire.
«La Forestale era pronta ad accogliermi. Io però ho vinto il concorso e sono stata assunta alla Forestale della Sardegna, nel cui statuto non è prevista la legge di base per un gruppo sportivo a livello regionale. C'è un precedente: l'azzurraa Brunet in Val d'Aosta gareggiò con l'appoggio del Corpo Forestale dello Stato pur restando regionale».
A che punto sono le cose?
«Tante promesse, io sono qui che aspetto, ma quando si parla di politica, chi lo sa? Io sto continuando, ma a trent'anni sono agli sgoccioli».
In che senso?
«Confrontarmi con atlete che fanno le professsioniste diventa sempre più difficile. Quando devi fare attività di un certo livello devi allenarti due volte al giorno. Vorrei la mia occasione, anche se mi rendo conto che non mi è dovuto. Voglio restare serena, però non so più a chi appellarmi. Al Corpo Regionale mi hanno promesso che mi aiuterano».
Non solo lei..
«Ai campionati italiani eravamo pochi sardi, questa legge potrebbe aiutare anche altri ragazzi che lo meritano. Spero che tutto si sblocchi entro l'anno».
Pensa ancora alla Maratona?
«È il mio obiettivo, ma è tuttoun altro mondo e devo fare esperienza. Mi piacerebbe entrare in quel giro, ma bisogna avere serenità e tempo per allenarsi. Io a Lanusei lavoro 36 ore alla settimana. Forse ne tenterò una a fine anno ma con il tempo che ho a disposizione non è facile, dovrà cercare un equilibrio e non posso fare previsioni a lungo termine».
Cosa le resta dei campionati a Cagliari?
«E stato bellissimo e non credo che mi ricapiterà. Sono contenta di aver raggiunta la forma migliore proprio in quel periodo. Un'emozione stupenda, per la mia famiglia, i tifosi. La gente ora ha capito davvero cosa sono i campionati italiani».
CARLO ALBERTO MELIS

22/07/2008