Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Un quartiere che sprofonda

Fonte: La Nuova Sardegna
5 luglio 2010



Protesta degli abitanti delle vie Castelfidarno e Peschiera



Il Comune deve intervenire a sue spese per mettere in sicurezza tutte le palazzine del rione compromesso

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il comitato degli abitanti delle case pericolanti delle vie Castelfidarno, Peschiera, Mopntenotte e Marengo è deciso «a non accettare di andare ad abitare altrove», ha affermato ieri sera Patrizia Tramaloni durante un’assemblea di rione.
Nei giorni scorsi, ha informato Tramaloni, responsabile del comitato, «l’esperto nominato dal tribunale ha chiarito che il sottosuolo di quest’area è un dedalo di collegamenti, tutti intrecciati tra loro. Per questo è assurdo quello che ci aveva chiesto il Comune: che ognuno di noi mettesse in sicurezza la sua abitazione. Questo tipo di lavoro può essere fatto solo con un intervento complessivo dell’amministrazione». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il fatto che il Municipio, alla richiesta di sicurezza da parte di chi vive nella zona, abbia risposto «facendo togliere i cassonetti della spazzatura. «E questo, ci è stato detto: per impedire ai mezzi pesanti del ritiro di passare e alterare l’area», mentre si sarebbero potuti utilizzare veicoli più leggeri.
Per chi entra nel quartiere, l’impressione è quella sgradevole di un rione messo in quarantena. Le transenne circondano alcuni isolati e le immagini richiamano un passato triste e, oggi, un senso di isolamento. In via Peschiera nel 2008 un’auto è entrata dentro una voragine, col rischio di una tragedia. Nel sottosuolo dell’isolato si sà da anni che vi sono molte caverne piene d’acqua, anche di epoca puniuco romana e che c’è una parte di Cagliari poco conosciuta. «Ma se basta un acquazzone o la perdita da una condotta idrica a mettere in pericolo le nostre abitazioni - ha sottolineato Tramaloni - vuol dire che si deve intervenire in modo preciso».
Ma i pericoli paventati dal comitato sono anche altri: «Perchè l’amministrazione non interviene adeguatamente? Perchè non porta avanti un piano di studio del sottolsuolo con un pool di esperti? A questo punto noi sospettiamo che possano esservi delle mire speculative a danno degli abitanti. Noi, però, vogliamo continuare a vivere in questa parte della città: è un nostro diritto». A suo tempo c’è stata in via Castelfidarno un’ordinanza di sgombero e una di messa in sicurezza per le altre vie. «Ma singolarmente non possiamo intervenire. Occorre un lavoro complessivo. E questo lo deve fare l’amministrazione comunale.