Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Centro storico, i forzati del fracasso

Fonte: L'Unione Sarda
22 luglio 2008

Locali notturni, ristoranti e notti bianche: i residenti si rivolgono a sindaco e questore

Marina e Stampace in rivolta, presentate tre petizioni
Residenti contro la movida: nelle strade del centro storico si sta combattendo una guerra, a colpi di schiamazzi e gavettoni.
Auto che sfrecciano a tutte le ore, magari col clacson facile. Partite a biliardino sotto le finestre fino alle 3 di notte, urla, ragazzi che cantano in mezzo alla strada sino all'alba.
E il centro storico (il fronte degli abitanti, ovviamente) si ribella: in due settimane sono state presentate tre petizioni firmate da un plotone di residenti che abbraccia i quartieri di Marina e Stampace. Dai vicoli del porto (partendo da via Napoli, ad alta densità di ristoranti e circoli privati), al salottino di piazzetta Savoia, fino a piazza Yenne, vissuta quasi 24 ore su 24.
Una guerra combattuta da entrambe le trincee con armi non convenzionali: mitragliate di schiamazzi e granate di musica dal vivo da una parte.
Dall'altra si risponde come si può: bombardamenti artigianali (a base di gavettoni), con acqua più o meno pulita a seconda dei decibel registrati, nonostante gli strati di cuscini e le doppie finestre obbligatorie.
Ora la battaglia è finita sul tavolo delle autorità: gli abitanti di via Napoli hanno spedito una lettera a Prefetto, Questore e Sindaco. Sul tavolo del primo cittadino sono arrivate anche le lamentele dei residenti in piazza Savoia e piazza Yenne.
Dove i firmatari segnalano anche la disposizione anarchica dei tavolini e dei gazebo, oltre alle auto in doppia e tripla fila che spesso occupano tratti d'asfalto dove non potrebbero neanche passare. È il caso della salita Santa Chiara, chiusa al traffico ma utilizzata come parcheggio dagli amanti della movida.
Le petizioni fotografano una realtà che d'estate si ripete (quasi) sette giorni su sette: «Canti, urla, clacson, musica all'aperto, che impediscono di riposare fino alle prime ore del mattino. Un disturbo giustificabile e tollerabile quando si tratta delle notti bianche e dello shopping sotto le stelle, che diventa una penitenza per i residenti se ripetuto tutte le notti». Alle lamentele (tre pagine più firme) sono state allegate alcune sentenze della Corte di Cassazione e dei Tar Puglia e Veneto, nelle quali sono stati condannati i gestori dei locali notturni.
Alla Marina si accontenterebbero di molto meno: «Vorremmo dormire con la finestra aperta», è il desiderio generale del quartiere delle trattorie, insieme ad un «controllo da parte dei vigili urbani». Per evitare che i cittadini esasperati pensino a «farsi giustizia da soli».
Affilando le uniche armi a disposizione: i gavettoni.
MICHELE RUFFI

22/07/2008