Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, ma quanto mi costi!

Fonte: L'Unione Sarda
5 luglio 2010

Indagine. Il prezzo di una giornata al mare tra noleggio di lettino e ombrellone e pasti nei baretti

«Sbagliato far pagare anche i campi di volley»
Al Poetto ci sono tre servizi che non si pagano: i bagni e i campi di beach volley. Il resto ha un costo.
Al Poetto ci sono tre servizi che non si pagano: i bagni e i campi di beach volley. Il resto ha un costo. Alto? Accessibile? Dipende. Perché 12 euro (di media) per un lettino e un ombrellone e 10 per un pasto veloce non sono prezzi da ricchi ma nemmeno da crisi. Va detto che prendere il sole a Rimini o a Forte dei marmi costa il 30% in più. Vero è che nella Riviera romagnola o in Versilia hanno servizi inarrivabili: dai campi di basket e beach volley illuminati al tennistavolo, dalla palestra alle vasche idromassaggio sino agli ombrelloni con effetto ventilato (a Cagliari ci pensa la natura).
LE CONTRADDIZIONI Tutto compreso nel prezzo. O gratuito, come a Cagliari. «L'unica città che organizza manifestazioni internazionali di beach volley per promuovere lo sport e il turismo in spiaggia e che in piena estate vuole chiudere i campi dove si praticano». Massimo Zedda, consigliere comunale e regionale della Sinistra, coglie la contraddizione. Aggiunge che è «l'unica occasione per i cagliaritani di praticare sport gratuitamente all'aria aperta» e picchia duro sulla pianificazione: «Se si programmasse la stagione si eviterebbero questi incidenti». Vero. Altrimenti non si aspetterebbe l'inizio della stagione per minacciare di smantellare i trenta campi del litorale. O si cambierebbe la norma che impone ai concessionari di sottoscrivere fidejussioni dai costi insostenibili (10 mila euro) per montare una rete e offrire un servizio gratis.
La protesta, peraltro, è trasversale. E coinvolge anche i giovani del Pdl, estimatori e fruitori del volley in spiaggia: «Ma veramente dobbiamo burocratizzare anche quello che negli anni hanno fatto centinaia di giovani? Ma davvero due pali e una rete e sei linee che offrono ai giovani e meno giovani la possibilità di coniugare lo stare al mare e lo sport sono da cancellare?», osserva Salvatore Deidda, dirigente nazionale della Giovane Italia, il movimento nazionale del Pdl che fa capo a Giorgia Meloni. «Anziché tolleranza zero, chiediamo più servizi, più spazi e attrezzature per chi al Poetto voglia giocare, fare sport e divertirsi».
I PREZZI Se la Polizia municipale dovesse adottare la linea dura si potrebbero ottenere due risultati: lo smantellamento dei campi o il mantenimento, ma a pagamento. Perché se qualche impresa del Poetto dovesse versare la fidejussione (a garanzia di possibili danni ambientali) per non smontare le reti si dovrebbe far pagare per giocare.
CARO POETTO Nascerebbe così l'ennesimo servizio balneare a pagamento. «E magari si arriverà anche a mettere le multe a chi gioca coi racchettoni?», provoca Elena Spiga, giocatrice.
AUMENTO DEI COSTI L'onere dei campi graverebbe sui costi della giornata al mare dei cagliaritani. Che oggi, per chi non sceglie la spiaggia libera o al contrario uno stabilimento balneare, si paga dai venti a trenta euro: 12 di media per lettino e ombrellone, da cinque a dieci per il pranzo in un baretto. Più bevande e gelati. Questi ultimi al Poetto, sulla base di accordi con le associazioni di categoria, costano il 30% in più del prezzo di listino. Le bevande anche di più: mezzo litro d'acqua si paga da un euro a un euro e 40. Come dire: la tassa-Poetto c'è già, di altre non abbiamo bisogno.
Per fortuna almeno i parcheggi non si pagano. A meno che, ma quelle sono altre tasche, non si frequenti il Lido e si decida di affittare uno dei posti riservati ai clienti nelle aree esterne in concessione: dieci euro al giorno. Quelli dell'Ottagono, invece, sono compresi nel prezzo, come quelli del Golden beach, isola gialloverde al confine con Quartu e di altri bagni della zona.
«Per risparmiare non rimane altra strada che armarsi di spiaggina e ombrellone e affollare la spiaggia libera», osserva Matteo Pinna, dipendente di un'azienda dell'hinterland con stipendio dignitoso. «Il problema è che nella spiaggia libera non c'è più spazio. Avete provato a vedere?». Ha ragione.
FABIO MANCA

04/07/2010