Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Un’estate di mostre dalle terre di Ponti alle foto di Smith

Fonte: La Nuova Sardegna
30 giugno 2010




Dal 10 luglio «Vele tonni e scimitarre», ispirata a due opere di Salgari ambientate in Sardegna

DANIELA PABA

Una stagione di mostre per l’estate, «forse l’ultima», secondo quanto annunciato da Giorgio Pellegrini, assessore comunale alla Cultura, profeta di sventura malgré soi, «se, come annunciato in giunta, il governo Berlusconi terrà fede alla promessa di tagliare l’ottanta per cento dei fondi finora destinati all’arte e alla cultura».
Un motivo in più per approfittare dell’occasione e visitare i luoghi e le esposizioni da qui a settembre, con un occhio particolare per la collezione di ceramiche e porcellane anni Trenta firmata da Giò Ponti che verrà inaugurata venerdì prossimo al teatro Civico di Castello, la collezione Grieco di capolavori del Novecento italiano, «Da Fattori a De Chirico», allestita alla Galleria comunale d’arte dal prossimo 8 luglio, e infine due belle mostre di fotografie, la prima dedicata a Cagliari tra fine Ottocento e anni Sessanta in programma dal 9 luglio al Ghetto e l’altra, una monografica di W. Eugene Smith, reporter di Life, malato di perfezionismo come dice il titolo: «Più reale del reale» (dal 16 luglio).
Qualche curiosità suscita anche l’annunciata mostra multimediale «Vele, tonni e scimitarre», ispirata a due libri di Emilio Salgari ambientati in Sardegna, il romanzo «Le pantere d’Algeri» e il testo documentario «La pesca dei tonni». Realizzata in collaborazione con il Musée du Bardo di Algeri e Tunisi, la mostra espone dal 10 luglio al Lazzaretto reperti, armi, attrezzi e bandiere della marineria mediterranea. E per restare in tema di mare, gli olii di Carlo Nieddu Arrica trovano spazio all’ExMa’ (Sala della Terrazza dal 2 al 22 luglio) nella mostra Memorie di un canoista, dove l’attenzione si concentra sulla Sella del diavolo, e la particolarità dei paesaggi sarebbe affidata alla linea del punto di vista che per i canoisti è più bassa.
Dal salotto cittadino alla storia dell’industria e del design, Giò Ponti consente di sollevare lo sguardo su classicismo e modernità in versione Decò. Tema canonico ma declinato in modo sublime in ottanta oggetti provenienti da collezioni private. Tra i quali occorre segnalare il vaso Fabrizia con cui Ponti vinse l’Esposizione Internazionale di Parigi nel 1925, e una serie di servizi e sculture realizzate in collaborazione con gli scultori Italo Griselli, Gemiliano Cibau e Salvatore Saponaro. Sarà l’occasione per riflettere sui rapporti tra architettura e design, sulle produzioni di lusso e borghesi, come voleva il buon gusto di un mercato d’antan. E sempre di vintage si parla a proposito di W. Eugene Smith, 150 scatti stampati dallo steso autore, messi insieme da Enrica Viganò. Si tratta di saggi fotografici dedicati a personaggi di un tempo andato, ma fondamentali per capire il mondo come era solo cinquanta anni fa: il medico di campagna, la levatrice ma anche ai luoghi trasformati in personaggi come Pittsburgh, Minamata un villaggio di pescatori giapponesi contaminato dagli scarichi industriali e infine il villaggio spagnolo di Deleitosa in Estremadura, ritratto nel 1945 con sguardo etnografico durante la dittatura di Franco.
A raccontare come eravamo noi ci pensa la retrospettiva di Alfonso Efisio Thermes (1886 -1969), che documenta l’isola e la città nella mostra Tracce di tempo: ritratti e stagioni della città di Cagliari. E per amplificare lo scarto temporale Francesco Bittichesu ha fotografato i medesimi luoghi mantenendo inalterato il punto di vista in venti immagini a colori.
Una storia comune mette insieme la collezione di Luigi Grieco Da Fattori a De Chirico e quella di Pietro Ingrao: stessa passione, stessa epoca, stesso destino per le opere donate alla Pinacoteca di Bari. Sarà l’occasione per ammirare capolavori di Casorati e Pellizza da Volpedo, Balla e colmare i vuoti che il gusto dei collezionisti lascia insieme al patrimonio di opere.