Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Vi aggrediscono? Intanto gestite la paura

Fonte: La Nuova Sardegna
25 giugno 2010

VENERDÌ, 25 GIUGNO 2010

Pagina 1 - Cagliari

Nell’aula comunale le 120 donne del corso di autodifesa personale


CAGLIARI. Chi ha paura, si salva. Dicono così a Ovodda, paese natale della dirigente di polizia Barbara Vacca che ieri mattina ha calamitato l’attenzione di 120 donne sedute nel consiglio comunale di Cagliari per le quattro ore di lezione teorica del secondo corso gratuito di difesa personale voluto dalla commissione pari opportunità del Comune. Spiega Rita Petrini, la presidente della commissione: «Abbiamo cercato di rispondere in modo concreto al problema della violenza sulle donne. Parole ne sono state spese tante ma oggi, grazie alla preziosa collaborazione della Questura, con le lezioni teoriche e pratiche abbiamo pensato di consegnare alle donne strumenti concreti». Nessuna selezione per scegliere le discenti del corso: le prime 120 che hanno presentato domanda sono state ammesse. Non c’è limite, infatti, alla necessità di sapere cosa fare quando qualcuno decide di oltrepassare la soglia della civiltà. Ed è questo, forse, il punto centrale del corso. Le lezioni pratiche, sei, di due ore ciascuna, sono state impartite da Alessandro De Filippi in una palestra di Pirri. «Sapere cosa fare»: per esempio, come spiegava Vacca, gestire la propria paura. Che non si presenta mai nello stesso modo per nessuna, quindi è indispensabile imparare a conoscere questo aspetto della propria personalità. La paura è utile, la paura è ineliminabile, la paura si deve riconoscere e si può gestire. Un altro aspetto ben curato è quello normativo: perché una vittima non si trasformi a sua volta in aggressore brutale, ma riesca a stare entro il confine della giusta autodifesa. Il capo di gabinetto della Questura Giuseppe Giardina ha risposto alle precise domande delle corsiste su come e quando questo confine si sposta e la legittima difesa va in eccesso. Per esempio: l’aggressore finisce a terra svenuto per un colpo della vittima, è qui che questa deve fermarsi e guadagnare una rapida via di fuga. Esaurisce i suoi doveri di cittadina se, davanti all’aggressore ormai immobile, fa un numero di emergenza, 113 o 112, e avverte che l’aggressore forse è ferito. Un coltello da cucina si può afferrare se ci si trova con l’aggressore dentro casa, non è lecito invece portarsi da casa un coltello da cucina con l’intenzione di avere di che difendersi in caso di aggressione. Una corsista ha raccontato dell’incubo vissuto con l’amica in macchina davanti a un tizio che su una strada fuori città, per una mancata precedenza, le ha speronate varie volte: voleva che si fermassero. L’amica diceva: «Gli dò il crick in testa», la corsista è stata saggia e ha cercato in tutti i modi di fuggire con la macchina. Anche la cinematografia è servita per descrivere situazioni: come Charles Bronson armato di una calza riempita da 20 monete da un dollaro e Clint Eastwood che suggerisce ai suoi della prateria «quando la situazione si fa difficile, diventate cattivi». Invece: «Sottrarsi all’aggressore è sempre la scelta migliore». (a. s.)