Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Senza cultura non c’è futuro»

Fonte: La Nuova Sardegna
23 giugno 2010



Ieri il mondo del teatro in sciopero contro i tagli del governo Berlusconi



ROMA. «Prima bruciavano i libri ora chiudono i teatri». E’ la denuncia dei lavoratori degli enti lirici italiani riuniti in presidio ieri a Roma davanti alla sede del ministero dei Beni culturali per protestare contro il decreto Bondi di riforma delle fondazioni approvato dal Senato e ora all’esame della Camera.
In piazza con bandiere, striscioni e trombette, rappresentanti del teatro dell’Opera di Roma e dell’Eti, l’ente teatrale italiano soppresso dalla manovra finanziaria. Ma anche delegazioni di altri teatri italiani in sciopero per la mobilitazione nazionale proclamata dal coordinamento unitario dei sindacati. Tutti in maglia nera, con il volto della Callas e l’appello «Non zittite l’arte», i musicisti del Lirico di Cagliari.
Oltre alla giornata di sciopero e alla partecipazione di una delegazione a Roma, i lavoratori del teatro cagliaritano sono scesi in piazza ieri pomeriggio davanti alla sede del Lirico. Con i cappelli di scena, gli operatori dello spettacolo sono rimasti sino alle 19 in via Sant’Alenixedda, distribuendo volantini in cui spiegavano le ragioni della loro protesta. Il coordinamento di Cagliari denuncia che «con questo decreto si rischia di perdere il 25% dei fondi e di bloccare le attività, perché siamo già sotto organico: 245 su 270 posti previsti in pianta organica. Inoltre rimarranno in piedi solo le fondazioni nei cui consigli di amministrazione entreranno i privati, ma la realtà produttiva sarda, soprattutto in questo momento di crisi, non è quella di Milano e quindi siamo destinati a soccombere». Ai lavoratori del Lirico, infine, non piace la manovra finanziaria del governo perché ritengono che i tagli a Regioni ed enti locali indirettamente possano colpire la cultura.
Continua intanto alla Scala la protesta contro la riforma Bondi. Dopo lo sciopero dell’altro ieri che ha fatto saltare la seconda rappresentazione del «Faust» di Gounod, Sials e Cgil hanno indetto un nuovo sciopero che oggi farà saltare la terza rappresentazione dell’opera. «Dentro la lotta dei teatri continuiamo la nostra lotta»: così Giancarlo Albori della Cgil ha spiegato la decisione di entrare in assemblea permanente alla Scala. I lavoratori sono andati da Stephane Lissner, il soprintendente del teatro milanese, per spiegare le ragioni della loro decisione, e hanno inscenato una occupazione simbolica della sovrintendenza.
A Venezia, invece, i lavoratori della Fenice hanno scelto una strada diversa: prova aperta e gratuita del «Giro di vite» di Benjamin Britten preceduta da una performance musicale all’aperto sui gradini del teatro e poi un incontro pubblico sui temi della riforma delle fondazioni.