Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comuni contro la manovra

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2010

L'Anci incontra Napolitano. Cherchi: per l'Isola 170 milioni di tagli


ROMA Dopo la protesta delle Regioni, anche i Comuni italiani scendono in piazza contro i tagli voluti dal Governo con la manovra. L'appuntamento è per mercoledì 23 a Roma, davanti al Senato, in concomitanza con l'inizio della discussione della legge: ma intanto una delegazione dell'Anci è salita al Quirinale, dove ha incontrato il presidente della Repubblica. «Napolitano si è dimostrato particolarmente sensibile alle nostre proposte e alle esigenze», assicura il sindaco di Torino e numero uno dell'Associazione dei Comuni, Sergio Chiamparino.
GLI EFFETTI IN SARDEGNA Della ristretta delegazione dei sindaci, insieme a Chiamparino e al primo cittadino di Roma Gianni Alemanno, faceva parte anche il presidente di Anci Sardegna Tore Cherchi, responsabile nazionale per la finanza locale. «Oltre due terzi dei tagli, 10 miliardi di euro, gravano sulle autonomie territoriali», scrive Cherchi in una nota: «I Comuni sopportano direttamente tagli per 4 miliardi annui, che si sommano ai circa 2 miliardi già decisi dalla Finanziaria». Tutto ciò comporterà la «contrazione del sostegno alle famiglie in difficoltà».
Per la Sardegna, calcola Tore Cherchi, «considerando gli effetti cumulati, i tagli alla finanza locale valgono non meno di 170 milioni di euro». Al capo dello Stato i sindaci hanno fatto sapere che «non contestano l'entità globale della manovra, ma chiedono una diversa distribuzione».
BOSSI In sostegno degli enti locali, anche se solo di quelli con i conti in ordine, arriva il leader della Lega Umberto Bossi: «La manovra non tocca il federalismo ma le Regioni si sentono nude. Bisognerà trovare la via per aiutare le Regioni più virtuose». Parole che dimostrano che «qualcosa inizia a muoversi», afferma il presidente della Lombardia Formigoni.
Oggi scade il termine per gli emendamenti, ma le votazioni al Senato inizieranno la prossima settimana: c'è ancora il tempo per un'intesa. Stando ai governatori del Pdl, lo stesso Berlusconi avrebbe aperto a correttivi. E che la manovra non sia blindata lo conferma anche il presidente del Senato, Renato Schifani: «Il testo non può che essere aperto al confronto», dice.
MEDICI E GIUDICI Ma sul piede di guerra non ci sono solo gli enti locali. Medici e magistrati sono infatti pronti a incrociare le braccia contro i tagli alle retribuzioni e alle risorse per i loro settori. I camici bianchi potrebbero però presto tirare un sospiro di sollievo: il ministro della Salute Ferruccio Fazio, infatti, ha anticipato che il blocco del turn over potrebbe non toccare la sanità.

18/06/2010