Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Scontro in aula su Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
16 giugno 2010

Attesa per il giudizio definitivo sulla perimetrazione dell’area archeologica nel colle punico


L’associazione di Soru: «La verità nell’indagine della Procura»




DALL’INVIATO MAURO LISSIA

ROMA. L’ultima battaglia giudiziaria su Tuvixeddu fra l’ex governatore Renato Soru e il gruppo Cualbu si deciderà nelle prossime ore: il Consiglio di Stato ha sotto esame il ricorso di Sardegna Democratica, che si è affiancata alla Regione e a Italia Nostra per ottenere l’allargamento del vincolo sul colle dei Punici fino a cinquanta ettari, con la conseguente scomparsa del piano edificatorio di Nuova Iniziative Coimpresa. La decisione non è ancora arrivata malgrado una lunghissima camera di consiglio, per i difensori dell’area sepolcrale minacciata dal cemento è un opportunità fondamentale di salvare il sito archeologico. C’è la procedura di vincolo sul canyon, ci sono i due nullaosta bocciati in primo e secondo grado dai giudici amministrativi e resta l’incerta trattativa fra Regione e gruppo Cualbu sui presunti danni subìti dal costruttore per i ritardi imposti al progetto a causa delle iniziative contrarie assunte dal governo Soru. Ma la speranza è che siano le norme del piano paesaggistico regionale, allineate a quelle del Codice Urbani, a circoscrivere l’area di interesse culturale fino a proteggerla in via definitiva dall’assalto dei mattoni.
Le squadre dei legali si sono affrontate brevemente ma con toni aspri nell’aula della sesta sezione di palazzo Spada, dove l’udienza si è aperta alle tredici e trenta: l’avvocato dell’amministrazione Vincenzo Cerulli Irelli ha attaccato frontalmente il comune di Cagliari («poteva modificare il perimetro e in tutto questo tempo non ha fatto niente») per poi ribadire con forza che «il vincolo per interesse pubblico imposto dalla Regione è stato bocciato solo per mere ragioni procedurali» e che l’evidente «cambiamento nell’ideologia territoriale impedisce che il piano Coimpresa vada avanti». Categorica la replica dell’avvocato Massimo Massa, per il Comune: «Se il vincolo è stato annullato, non si capisce che cosa avrebbe dovuto fare l’amministrazione comunale». Poi tra i due avvocati sono volate parole velenose, che solo l’intervento del presidente Giuseppe Severini ha sedato. Se i legali del gruppo Cualbu - gli avvocati Pietro Corda e Antonello Rossi - si sono rifatti al contenuto dei ricorsi, così come il difensore di Italia Nostra Carlo Dore e l’avvocato dello Stato Sergio Sabelli, l’elemento nuovo della causa doveva essere l’intervento ad adiuvandum di Sardegna Democratica, l’associazione di Renato Soru, che ha incaricato l’ex legale della Regione Giampiero Contu di proporre argomenti di valutazione diversi ai giudici romani. Contu è lo stesso avvocato che ha ‘resuscitato’ con un’istanza di prelievo il ricorso contro la sentenza Tar del 13 dicembre 2007, quella che bocciò la perimetrazione dell’area archeologica in base al Ppr: un’iniziativa non concordata col nuovo presidente Ugo Cappellacci e neppure con il capo dell’ufficio legale Graziano Campus. Da quando è uscito di scena Soru la Regione non si è più costituita nei giudizi che riguardano Tuvixeddu.
Comunque sia l’intervento firmato da Contu e dal collega Giuseppe Macciotta contiene i brani essenziali del provvedimento di archiviazione firmato dal pm Daniele Caria dopo l’inchiesta per corruzione e abuso d’ufficio legata alle vicende del colle punico, valutazioni che al di là dei profili penali hanno confermato come le iniziative di tutela del governo Soru fossero tutt’altro che infondate. Allargare il perimetro dell’area vincolata secondo la Procura sarebbe stato un provvedimento in linea con il Codice del Paesaggio. Soprattutto per i nuovi ritrovamenti avvenuti negli ultimi dieci anni, quelli sui quali - a leggere l’atto di archiviazione di Caria - il sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni decise di “tacere maliziosamente” per favorire il gruppo Cualbu. Quindi - hanno scritto gli avvocati Contu e Macciotta - se negli anni sono arrivate nuove leggi per la tutela del paesaggio nel suo complesso e le tombe scavate dopo il 2000 hanno dimostrato che i confini dell’area degna di protezione possono essere diversi da quelli indicati dalla Sovrintendenza, la perimetrazione alternativa proposta nel Ppr - quella bocciata dal Tar per carenza di motivazioni - alla luce degli accertamenti condotti dalla magistratura penale deve acquistare validità. I legali di Nuova Iniziative Coimpresa - Pietro Corda e Antonello Rossi - hanno chiesto nel loro intervento che Sardegna Democratica non venisse ammessa al giudizio: è un’associazione non riconosciuta dallo Stato. Le tesi sostenute nell’intervento sono comunque andate all’attenzione dei giudici.