Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Milia: a noi non piace vincere facile

Fonte: L'Unione Sarda
16 giugno 2010


«Il Pdl era una corazzata, l'ho battuto stando vicino alla gente»

Ai piedi ha ancora quelle insolite scarpe da tennis blu, indossate dal giorno della candidatura ufficiale. Simbolo di una campagna elettorale «per la strada». Ora che quelle scarpette lo hanno riportato a Palazzo Regio, Graziano Milia non abbandona il look da battaglia: ma l'umore è un'altra cosa. Scherza con tutti, gigioneggia con le telecamere. E trasforma la sua vicenda in una parabola istruttiva per il centrosinistra: «Abbiamo vinto in tutta la Sardegna, ma non dobbiamo dimenticare di aver vinto con fatica. Bisogna ripartire dal nostro popolo, dal territorio». Con le scarpette.
CON LA GENTE A proposito di simboli, il primo giorno da presidente rieletto parte dal call center di Video on line 2, a Cagliari. Quasi 500 lavoratori senza stipendio e forse senza futuro, se le istituzioni non si inventano qualcosa. Nel garantire il suo impegno, Milia vuole anche dimostrare che la Provincia non è l'ente inutile che molti dicono: «È superficiale dire che l'astensionismo nasce da questo».
In realtà, riflette, «il clima di sfiducia coinvolge tutti: magistratura, stampa, persino la Chiesa. E se i cittadini si allontanano dalla politica, in tutta Europa, è perché non riusciamo a governare il cambiamento, non si danno risposte». Quanto ai costi dei cosiddetti enti intermedi, «sono stati eletti otto presidenti di Provincia, ma tutti insieme costano meno di un parlamentare».
Come sempre nelle sue conferenze stampa, lo sguardo di Milia spazia da Bruxelles a Nuragus, unisce le grandi prospettive e il microcosmo. E le sensazioni personali, la tensione di una campagna elettorale «molto sofferta. Pur nella mia serenità di persona onesta, mi ponevo il problema di poter danneggiare la coalizione»: chiaro riferimento alla condanna per abuso d'ufficio, all'origine della frattura con l'Idv. Neppure una parola su quello che succederà in Cassazione, ma il presidente è convinto di poter scrollarsi di dosso le accuse, dopo esser stato assolto in primo grado e condannato in appello.
GLI ASSESSORI Un effetto però questa vicenda lo avrà: sulla Giunta provinciale. Milia non lo dice esplicitamente ma i dipietristi non ne faranno parte, pur avendo di fatto sostenuto il candidato del centrosinistra al ballottaggio. «L'Idv è un nostro alleato naturale, ci ragioneremo. Ma nel reciproco rispetto del mandato ricevuto dagli elettori». Appunto.
Sugli assessori c'è una prima dichiarazione («nella mia mente, la Giunta è quasi fatta») seguita da una piccola frenata: «Ne parleremo con i partiti», precisazione dovuta dopo le polemiche sulla collegialità, che avevano portato soprattutto Rifondazione a un passo dalla rottura dell'alleanza. «Tutti saranno rappresentati», è la versione definitiva, «ma non ci saranno assessori del Pd, o della Federazione della sinistra, o di altri partiti: saranno tutti assessori del centrosinistra. Poi ciascuno avrà in tasca la sua tessera, ma chi ha quella del Pd ascolterà anche il Prc, e viceversa».
GLI ASSETTI Niente nomi, insomma, anche se sembra probabile che Sel, Federazione della sinistra e Rossomori abbiano un assessore a testa. Potrebbero ricomparire Ignazio Tolu e Paolo Mureddu. Altra conferma probabile è Angela Quaquero, vicinissima al presidente. Come Piero Comandini, del Pd. I democratici avranno almeno quattro assessori (circola anche il nome dell'ex consigliere Leopoldo Trudu), per l'ottavo non si escludono personalità vicine alle altre liste, come Noi per Milia.
Difficile che sfugga al Pd anche la presidenza del Consiglio provinciale: finora era di Roberto Pili (area Cabras), rieletto, ma qualcuno ipotizza una staffetta con Rita Corda, della minoranza interna. Di sicuro, ai soriani spetta un posto di rilievo.
AL RIVALE Se ne parlerà nei prossimi giorni: adesso è ancora l'ora della festa. Iniziata, rivela Milia, lunedì pomeriggio a Roma, quando il figlio Antine lo ha svegliato per dirgli «stai vincendo». Poi il ritorno a Cagliari, e le dediche della vittoria: al maestro di una vita, Pinuccio Serra, scomparso due anni fa. E ad altri due amici che non ci sono più, Tonio Lai e Ghigo Solinas, militanti in poli opposti. Per Giuseppe Farris, l'avversario sconfitto, «un saluto affettuoso, lo ringrazio per l'sms che mi ha mandato. Ma confermo che, di questi tempi, non si può fare una campagna elettorale spendendo tanti soldi». Lui ha preferito investire in scarpette.
GIUSEPPE MELONI

16/06/2010