Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Dobbiamo solo completare l’opera»

Fonte: La Nuova Sardegna
10 giugno 2010


Sicuro del vantaggio conquistato a maggio l’avvocato non ha dubbi: «L’alleanza e l’elettorato di centrodestra confermeranno la loro forza»


CAGLIARI. A maggio gli sono mancati poco meno di quattro punti per alzare subito le braccia al cielo. Giuseppe Farris è arrivato a un passo dai centomila voti: il successo personale è stato netto. Gli basterà per confermarsi al secondo turno? L’avvocato cagliaritano non ha dubbi: «I dati sono stati equivocabili: ha trionfato la coalizione di centrodestra, sardista e socialista». E domenica non ci saranno sorprese, questa è la previsione del team.
Non ha paura del ribaltone chi oggi parte in vantaggio (quasi tredici punti) sul centrosinistra. Non ci pensa proprio, lo ha detto subito e lo ribadisce adesso: «Quello degli elettori è stato un giudizio senza appello e continuerà ad esserlo». Così, in questa seconda tornata della campagna elettorale, ha cominciato a lavorare già da futuro presidente, con la prima riunione della consulta permanente dei sindaci, un cavallo di battaglia: «Consulta necessaria per aver sempre il polso degli umori e soprattutto delle esigenze del territorio», sono state le sue parole. Con la sicurezza mai nascosta sin dall’esordio, Farris è risceso in piazza, per “completare l’opera”, ha fatto sapere. A quel punto l’avversario gli ha dato dello “scoppiato” - «È partito quando non c’era nulla in palio, adesso è stanco», parole di Milia - ma lui qualche giorno fa, in un confronto volante sul centro storico cagliaritano, s’è presentato deciso e determinato. Ha parlato a braccio, senza cambiare molto di quello che aveva già elencato nel comizio di chiusura del primo turno. Anzi, nulla. Se gli elettori hanno capito il programma, perché modificarlo? «Non c’era bisogno. Abbiamo solo ribadito il senso del nostro messaggio politico, con una Provincia che sarà finalmente al servizio dei comuni dopo il lungo immobilismo imposto dalla giunta di centrosinistra». L’avvocato è andato avanti, per la strada tracciata. Senza dannarsi troppo l’anima, almeno questa è stata la senzazione, nel ricucire in pubblico lo strappo col senatore ribelle del Pdl, Piergiogiorgio Massidda, che a maggio gli ha soffiato almeno ventimila voti. Farris non si è lanciato in offerte dell’ultim’ora, nessun apparentamento, ha aspettato che fosse l’altro a fare la prima mossa. E il senatore l’ha fatta: «Sono di centrodestra e al secondo turno so bene per chi votare, anche a costo di turarmi il naso» e lui gli è andato dietro: «Bene - ha dichiarato - certi valori appertengono alle persone e non si possono rinnegare. Siamo di fronte a una scelta coerente con la storia politica di un senatore del Pdl». Ma al di là del voto personale accordatogli da un ex avversario, Farris ha probabilmente esultato, in segreto, più per quella libertà di voto dichiarata dal senatore a favore dei partiti che lo hanno seguito nella ribellione: Lega Nord Sardinia e Democrazia Cristiana, per cominciare. «Qualsiasi scelta diversa da un voto a favore del centrodestra - ha detto Farris di recente - per quell’elettorato avrebbe dell’incomprensibile». A questo punto, il candidato ufficiale del Pdl sa di poter contare ancora su un’alleanza forte - i partiti minori dall’Udc ai sardisti sono andati decisamente meglio del Popolo della libertà, che si è fermato a un misero 15,6 per cento - e anche su almeno la metà dei voti negati dalla diaspora del mese scorso. Ma allo stesso tempo devo guardarsi da un altro mostro che lo ha già penalizzato: l’astensionismo. Per vincere senza affanni, sa di aver bisogno della massa e l’appello che ha lanciato è stato secco: «Tutt’insieme domenica dobbiamo dare l’ultima e decisiva spallata al centrosinistra». (ua)