Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Con i tagli, senza rete»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 giugno 2010

MERCOLEDÌ, 09 GIUGNO 2010

Pagina 39 - Cultura e Spettacoli

Il «no» di Salvatore Mereu alle forbici di Giulio Tremonti

Il regista di «Ballo a tre passi» oggi a Sassari invitato dall’Università per un seminario

COSTANTINO COSSU

Da «Sonetàula» a «Bellas mariposas», dal romanzo di Peppino Fiori sulla Barbagia profonda alle adolescenti sottoproletarie del racconto di Sergio Atzeni. Salvatore Mereu continua a sperimentare. Anche se il progetto di fare un film da uno dei testi più straordinari dell’autore di «Passavamo sulla terra leggeri» per il momento è bloccato. Con l’aria che tira, infatti, non è facile produrre e distribuire pellicole che non guardino - spesso in maniera fintamente problematica (sono le più losche) - al mercato e alle sue oramai predominanti esigenze di fare cassetta. Però Mereu non molla. Lo abbiamo sentito in occasione del seminario che terrà oggi a Sassari su «Sonetàula», alle 10 nell’aula rossa del Quadrilatero, dove, invitato dal Laboratorio testi del Master in giornalismo dell’Università di Sassari, racconterà il suo corpo a corpo con il romanzo di Fiori.
«Il progetto di fare un film da “Bellas mariposas” - dice Mereu - resta in piedi. E’ solo rinviato. Nel frattempo ci lavoro in maniera indiretta. Con i ragazzi dei quartieri di San Michele e di Sant’Elia, ai quali insegno educazione all’immagine, alla fine dei corsi abbiano realizzato due piccoli film che raccontano Cagliari e la sua realtà di complessa e stratificata metropoli mediterranea. E’ la Cagliari del racconto di Atzeni. Siccome vengo da un luogo molto diverso, il Nuorese, mi sembrava importante, prima di mettere mano alla trasposizione in immagini delle pagine di “Bellas mariposas”, fare un graduale percorso di conoscenza di Cagliari».
Inevitabile toccare il tasto dei tagli alla cultura con un regista che lavora su progetti di frontiera. Mereu allarga il discorso: «E’ difficile fare cinema di qualità. E non soltanto per le sforbiciate decise dal governo Berlusconi. Pesano negativamente, soprattutto in Italia, anche la struttura produttiva del cinema e quella della distribuzione nel circuito delle sale. Oggi il quadro è molto cambiato rispetto al passato. Una grossa fetta del pubblico del cosiddetto cinema d’autore si è spostata sui canali tematici satellitari ed è difficilissimo riportarla nelle sale. Così come il pubblico dei block busters ha migrato verso la fictio tv. Coi tempi che corrono, per avere la certezza di lavorare bisogna deve prendere armi e bagagli e traslocare nella fiction. Solo lì ci si può misurare con un pubblico vero. Per chi vuole continuare a fare cinema non d’evasione, le difficoltà sono enormi, accresciute dal fatto che l’unica fonte certa di finanziamento, quella pubblica, che è sempre stata una fonte molto povera, ora viene prosciugata dalle ultime decisioni del governo». «In Francia - continua Mereu - gli autori e giovani registi esordienti hanno il Centro nazionale di cinematografia, al quale nessuno si sogna di ridurre i fondi, nonostante la crisi. Da noi staccano la spina al vecchio sistema di finanziamento senza proporre alcuna alternativa. Siamo senza rete».
Interverranno Goffredo Fofi, Salvatore Mannuzzu, Antonietta Mazzette e Sandro Roggio. Il dibattito prenderà le mosse da tre libri recenti. Il primo è il saggio di Benjamin Barber (uno dei più autorevoli politologi americani) «Consumati: da cittadini a clienti» (Einaudi). Un intero sistema economico e di valori, sostiene Barber, sembra essere arrivato al capolinea, il capitalismo si è sovvertito da se stesso con l’affermazione pervasiva di un sistema di consumo che ha minato le basi etiche delle società contemporanee e nello stesso tempo ha causato una crisi economica devastante. Gli altri due testi al centro della discussione sono «La metropoli consumata» (Franco Angeli) curato dalla sociologa Antonietta Mazzette, di Sassari, e «Paesaggi perduti» (Cuec) curato dall’architetto Sandro Roggio; libri che riflettono sulle distorsioni dello sviluppo delle nostre città e sulla distruzione del territorio e del paesaggio. Temi, questi ultimi, che saranno sviluppati da Mazzette e da Roggio nei loro interventi. Fofi e Mannuzzu, a partire dal saggio di Barber, parleranno degli effetti dell’ideologia dei consumi sulla comunicazione (stampa, televisione, nuovi media) e sulla cultura (istruzione, editoria, spettacolo).