Al T Hotel di Cagliari le opere donate per finanziare, con la vendita all'asta, il Fondo per l'Infanzia
L'Unicef mette in mostra l'autore di Stampace
Il pittore Giovanni Pisano ha donato all'Unicef trenta delle sue opere: acquerelli, incisioni e alcune sculture, destinati a un'asta pubblica il cui ricavato contribuirà alle iniziative del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia. Un gesto inconsueto, probabilmente inedito nelle tradizioni artistiche isolane, comunque indicativo della mentalità dell'anziano artista, che ha sempre detto di dipingere solo per divertirsi e che divertendosi ha raccolto fra i più lusinghieri riconoscimenti.
I dirigenti dell'Unicef hanno voluto ringraziarlo con un omaggio pubblico. In un elegante spazio del T-hotel hanno allestito una mostra di suoi lavori, sintetica rassegna antologica di un artista autorevolmente collocato tra i grandi figuratisti del Novecento pittorico sardo: un'occasione particolare per il pubblico di Cagliari, un evento interessante e raro per esperti e appassionati d'arte, considerato che l'ultima rassegna di Pisano risale a cinque anni fa (Exmà) e che egli stesso, ora alle soglie dei novant'anni, aveva fatto sapere di non voler più esporre. Madrina dell'affollata serata l'attrice Daniela Poggi, ambasciatrice dell'Unicef per l'Italia. Le opere andranno all'incanto in date diverse e in un contesto vastissimo: la presidenza nazionale Unicef le affiderà infatti alle più importanti case d'asta italiane ed europee.
LO STILE Cagliaritano di Stampace (padre di Villacidro, madre di Gonnosfanadiga), Giovanni Pisano è acquerellista raffinatissimo, riconosciuto maestro di un realismo lirico, riposante. È fra gli artisti della vecchia guardia più apprezzati in Sardegna, e fra i più quotati incisori. È il pittore dei panorami e dei suggestivi angoli cagliaritani, delle affascinanti figure femminili, degli ulivi e delle querce, dei bagliori marini descritti nella delicatezza delle luci e dei colori. Al suo caratteristico stile d'acquerellista si accompagnano incisioni (litografie, xilografie, acqueforti, acquetinte) di grande forza attrattiva, oltre che di particolare maestria tecnica. Molti anni or sono fu incoraggiato a dipingere da artisti come Foiso Fois e Dino Fantini. Largo il dossier di consensi della critica d'arte: da Salvatore Naitza a Maria Grazia Scano, da Salvatore Antonio Demuro ad Anna Maria Janin e Giorgio Pellegrini (del quale è la prefazione nella monografia dedicatagli qualche anno fa da Andrea Delle Case e pubblicata da Poliedro).
È un elegante ritrattista dalla natura, ma anche un creativo. Quand'era bambino fabbricava i suoi giocattoli: alba di una vita particolarmente movimentata.
I MAESTRI Studia al liceo scientifico, che abbandona per prendere lezioni private di acquerello; ma è affascinato dall'architettura e frequenta Salvatore Rattu. Questa passione lo porta a impiegarsi nell'Ufficio tecnico provinciale di Cagliari, quindi come disegnatore alla Carbosulcis e poi nel Catasto di Nuoro. Sono i pittori barbaricini Salvatore Pirisi, Tonino Ruju, Pietro Mele a spingerlo verso i pennelli e la tavolozza, strumenti che tiene in mano per breve tempo, preferendo dedicarsi alla pubblicità e alla cartellonistica: suoi i manifesti cinematografici realizzati per molti film in programmazione al teatro Massimo, al Cinegiardino, all'Olympia, all'Eden. Molti cagliaritani avanti negli anni ricordano certo il suo manifesto di “Via col vento”, realizzato assieme ad Aurelio Galleppini (creatore di Tex Willer) il quale lo vuole con sé a Milano. Rifiuta, perché proprio allora la pittura diventa una passione.
La sua prima mostra - a Cagliari - è del 1947, allestita su pressione di Marcello Serra e di Foiso Fois. Subito dopo va a Sassari, dove da privatista conquista il diploma all'Istituto d'arte. Suo docente ed esaminatore è Stanis Dessy, che lo richiede come proprio assistente. Ma lui rientra a Cagliari, dove Dino Fantini e Pietro Mele lo invitano alla Biennale sarda dell'arte. Nuovo giro di Valzer: Pisano si dà all'arredamento, lasciando la firma in decine di locali pubblici cittadini, negozi e sedi istituzionali. Apre una falegnameria con 25 operai che gli permette di realizzare ogni fase di un progetto. È un'attività che lo porta per un po' in giro, Roma, Venezia, infine Milano dove decide di trasferirsi. Ma ha appena il tempo di farsi apprezzare (e intanto di stringere amicizia con Bruno Munari) prima di tornare nell'isola dove sale in cattedra come insegnante di disegno a Iglesias e poi a Cagliari. Si sposa, e finalmente si ferma: la moglie, Elsa Ricciardi, gli regala il torchio (che è ancora nel suo studio, in via Tiziano) e lui si appassiona all'incisione, di cui oggi è fra i massimi rappresentanti in Sardegna.
VERSATILE Tra bulino e pennelli, crea eteree donne stupendamente femminili, alberi, boschi, acque, paesaggi. Tendenzialmente figuratista, si cimenta con successo anche nell'astratto creando immagini affascinanti, fantasticherie di colori vivi e geometrie. Geometrie che prendono forma fisica nelle sue “archeosculture”: oggetti, soprammobili, piccole opere d'arte di sorprendente avanguardia che si legano alla mai spenta passione per l'architettura. Ma non ha mai smesso di dipingere, «un po' per gioco e un po' per passione». La sua casa è una galleria d'arte che si arricchisce ancora oggi, perché l'estro artistico non ha età e lui continua a divertirsi con la magia dei colori e l'eleganza delle figure.
MAURO MANUNZA
09/06/2010