Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Il pesciolino”: la donna single secondo Pasolini

Fonte: L'Unione Sarda
21 luglio 2008

Teatro

Marta Proietti, attualità del monologo messo in scena da Sirio

Pensieri e rimpianti di una zitella: signore e signori, la donna single secondo Pasolini. In “Un pesciolino”, il breve testo teatrale del 1957, andato in scena mercoledì all'Exmà di Cagliari, l'attrice Marta Proietti Orzella (nella foto) interpreta, con effetto, la parte di una quarantenne sfortunata e disperata. La causa: assenza di un uomo nella propria vita. Il secolo è quello scorso, l'Italia risente dei postumi bellici: uomini e donne si sono formati alla scuola del Fascio, dove si insegnava che il bene supremo - dopo il Duce e la Patria - era la famiglia. Numerosa, per giunta: più figli avevi, più lo Stato ti gratificava per la carne da cannone a buon mercato da mandare allo sbaraglio per soddisfare la volontà di potenza di uomini privi di scrupoli. Alla donna era riconosciuta la patente di cittadina proprio in virtù della capacità di procreare, oltre che di soddisfare le esigenze del capofamiglia.
La guerra, la caduta del Fascismo e finalmente la democrazia modificano molti aspetti, ma la società, ancora incerta e claudicante, teme le novità e stenta ad avviare un reale processo di cambiamento. Ancora una volta, all'ambito domestico è riconosciuto lo status di unico luogo legittimo dove la donna ricopre un ruolo definito e certo: strumento infallibile per il controllo sociale. Pasolini, in “Un pesciolino” - riletto dalla regia di Gabris Ferrara - analizza un tema a lui molto caro: il conformismo. In un monologo di circa cinquanta minuti, ne traccia le linee severe ma al contempo ironiche: un gioco che sul palco si trasforma nella pantomima della pesca. Lei, la protagonista zitella, impacciata e ansiosa, si mortifica perché incapace di tirare su un misero pesce da uno specchio d'acqua. Una situazione al limite del grottesco, ma efficace per sottolineare quanto sia forte la pressione che l'emarginazione esercita su coloro che non sono allineati. La causa è spesso l'influenza nefasta che il conformismo provoca nei comportamenti abituali degli essere umani: sono gli esclusi dal contesto di riferimento, a trasformarsi in diversi. O forse sono i diversi a essere esclusi? Comunque lo si interpreti, per chi decide di battere strade alternative nella vita sessuale, politica o religiosa, il percorso è tutto in salita. Il testo andato in scena mercoledì nell'ambito della rassegna “Chi dorme non piglia pesci”, organizzata da Sirio Sardegna Teatro con il Consorzio Camù, ha 51 anni, ma resta ancora oggi un piacente signore di mezza età. Attualissimo.
STEFANIA FRIGAU

19/07/2008