Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Monte Urpinu, la tranquillità costa cara

Fonte: L'Unione Sarda
3 giugno 2010

Gli appartamenti raggiungono prezzi molto alti. «Ma in tanti fanno sacrifici pur di acquistare»

Negli anni '60 era periferia (spesso degradata), ora è quartiere mito

C'erano via Corsica e i due vico Venezia, ricettacolo di micro criminalità. Ora è la casa di vecchi benestanti.
Il problema più grosso? «La scarsa illuminazione in alcune vie», secondo qualcuno. «No», ribatte qualche altro, «il problema sono i troppi cani: sporcano in maniera incredibile». Be', se questi sono i problemi, si capisce perfettamente che il quartiere di Monte Urpinu è una specie di paradiso. Altri si lamentano della micro criminalità, del chiasso, della scarsa pulizia. Ai piedi del colle dedicato alle volpi (in origine, era Monte Volpino) i problemi sono, fortunatamente, ben altri. Non è un caso che, da queste parti, il metro quadro sia uno tra i più costosi in città. «Eppure», afferma Massimo Corda, al banco del bar Kerkydes di via Fracastoro, «ci sono giovani che, magari cresciuti in questo quartiere, fanno grossi sacrifici pur di tornare qui».
I RESIDENTI Eccezioni, almeno per il momento. Le case costano tanto. E il quartiere è popolato soprattutto da anziani. «Le cose», interviene Sebastiana Fancello, da quarant'anni nella latteria di via Curie, «sono cambiate tantissimo da quando abbiamo aperto. Allora era un quartiere in espansione: moltissimi giovani sono arrivati qui in quei tempi. Adesso le persone sono rimaste le stesse, con tanti anni in più». Persone che sono invecchiate sotto Monte Urpinu. «Sembra», dice sorridente Gigliola Crobu che gestisce lo storico market tra via Curie e via Corsica, «di essere in un reparto geriatrico». Una battuta assolutamente affettuosa. «I miei vecchietti sono persone splendide».
LE ZONE Monte Urpinu è un quartiere strano - ammesso che possa essere considerato quartiere nella sua globalità: ai piedi del colle, c'è la parte che guarda verso il mare, la zona, per intendersi, di via Cagna. E la parte che si affaccia sulla città, con via Solmi. Zone che sembrano lontanissime tra loro. Ma che hanno tante cose in comune: il fatto che siano molto rari gli esercizi commerciali. E, appunto, il tipo di popolazione. «Vecchi», puntualizza Giuliano Chessa, edicolante di via Fracastoro, «che vivono in un quartiere mediamente ricco. Qui ci sono tantissimi liberi professionisti, magari pensionati».
LA SOLIDARIETÀ Lui è felicissimo di lavorare da quelle parti. «Sembra quasi che si conoscano tutti, che tra loro ci sia un legame di solidarietà». Che si estende anche agli “amici”, in caso di necessità. «Qualche tempo fa», riprende Chessa, «la mia edicola è rimasta senza elettricità: in tanti sono scesi dai palazzi per chiederci se avevamo bisogno di qualcosa». Ma davvero va tutto bene? «In questa parte del quartiere, mancano completamente gli esercizi commerciali: i residenti devono andare nella parte alta anche per gli acquisti più banali». Non che la situazione migliori di granché: il centro commerciale di via Pasteur propone il supermercato, la pizzeria da asporto, il bar, lo studio veterinario e il barbiere. «Bel quartiere», interviene proprio il barbiere Orazio Greco, «però le strade interne sembrano un po' dimenticate: l'illuminazione e l'asfalto di queste strade non è all'altezza».
I PROBLEMI In passato, i residenti si lamentavano per l'assenza di mezzi pubblici: adesso la linea 10 ha risolto almeno in parte (ma le proteste ancora ci sono) i problemi. Occorre, dunque, scavare per trovare qualcosa che non va. «A me», riprende il barista Massimo Corda, «fa infuriare la maleducazione di tanti proprietari di cani che non si preoccupano di ripulire i marciapiedi». E pensare che sull'altro lato di Monte Urpinu c'è proprio una zona dedicata ai quattro zampe (purtroppo non curata come dovrebbe essere). In realtà, ci sono ben altri problemi: il fatto, per esempio, che ancora niente si sa della sorte del deposito carburanti dell'aeronautica alla fine di via Cagna: per il momento, nella ex casa del comandante, fa bella mostra di sé una grossa catena messa dagli abusivi che si sono trasferiti nella villetta.
LA TRANQUILLITÀ Un quartiere anziano. A testimoniarlo anche il fatto che il campetto di via Fracastoro non sia facilmente fruibile. Forse perché ci sono talmente pochi giovani da quelle parti che un impianto sportivo non suscita particolare interesse. In fondo, si sceglie di andare a vivere ai piedi di Monte Urpinu perché è uno tra i quartieri più tranquilli della città. «In passato», raccontano Carla Musio e Luigi Lampis che gestiscono il negozio di frutta e verdura di via Reggio Calabria, «ho lavorato in altre parti della città e ho sempre avuto problemi. Adesso, finisco di lavorare sempre verso le 21 e mi sento tranquilla». Come sono cambiate le cose rispetto al passato: una trentina d'anni fa, la zona faceva paura. «Via Corsica», racconta Gigliola Crobu, «era nota in tutta la città per essere una strada pericolosa». Ma quelle che erano nate come case popolari, vista la loro collocazione, sono diventate case di pregio. E, addirittura, un altro dei punti pericolosi del quartiere, ha cambiato nome: in passato c'erano vico Venezia I e II. Adesso sono diventate via Pesaro e via Macerata. Nomi all'altezza di strade signorili. «Perché questo è un quartiere bellissimo: non ce ne andremo mai», conclude la bottegaia.
MARCELLO COCCO

03/06/2010

La curiosità A chi è intitolata la via principale?
Stefano Cagna: il pilota più amato da Italo Balbo


Cinquant'anni fa quella zona era conosciuta, al massimo, dai tifosi del Cagliari. Perché ai piedi di Monte Urpinu, dalla parte che guarda verso il Poetto, non c'era praticamente niente. Giusto il mitico stadio Amsicora dove il Cagliari si stava rodando per l'ormai prossima scalata verso la serie A (raggiunta nello stadio di ponte Vittorio nel 1964). Il resto della zona, a parte la fabbrica di laterizi Sanac, era di pertinenza militare: non a caso, il colle di Monte Urpinu apparteneva all'aeronautica che lì ospitava il deposito carburanti.
Una zona militare al punto che la strada principale (in quegli anni, uno sterrato) era intitolata proprio a un aviatore, Stefano Cagna. Pochi, forse nessuno dei residenti di quella via sa chi sia l'uomo alla quale è dedicata la strada nella quale abitano. Occorre fare un tuffo nel passato per scoprire chi è Stefano Cagna: nato a Ormea (in provincia di Cuneo) il giorno di Natale del 1901, divenne immediatamente un apprezzato pilota di idrovolanti al punto che Italo Balbo finì con il considerarlo il suo pilota di fiducia.
Al 39 anni divenne il più giovane generale italiano e, dopo la morte di Balbo, gli fu affidata la X Brigata aerea bombardamento terrestre Marte, con sede proprio nell'aeroporto di Elmas. Cagna morì il 1° agosto 1940, nel tentativo di bloccare l'operazione Hurry con la quale l'esercito britannico puntava a rinforzare il presidio di Malta. Il suo aereo fu abbattuto al largo delle isole Baleari. A Cagna, oltreché la via cagliaritana, è intitolato anche il 15° stormo dell'aeronautica militare, all'aeroporto di Pratica di Mare.
Dedicargli quella strada, negli anni '50, non sembrava un grande omaggio: nessuno poteva immaginare che quella zona, con il passare del tempo, sarebbe diventata una delle più apprezzate della città. Anche perché la presenza della fabbrica non rendeva l'aria particolarmente salubre. Ma, negli anni, il quartiere è cresciuto, favorito, probabilmente, anche dalla chiusura della fabbrica (che, tra l'altro, ha fatto cadere il muro di via Bacelli, sino a quel momento, vicolo cieco): il boom tra il '70 e l'80 con decine di palazzi cresciuti in un batter d'occhio. ( mar.co. )

03/06/2010