Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Cagliari? Più bella di Montecarlo»

Fonte: L'Unione Sarda
21 luglio 2008

Ieri nuovo attracco della nave: positivi i commenti dei turisti britannici e statunitensi
La città vista dai croceristi della “Independence of the seas”
Città promossa dai croceristi per le bellezze architettoniche. Negozi chiusi? Pazienza.
Cagliari? Bella, «panoramica», architettonicamente interessante e ricchissima di storia. I negozi chiusi? Sì, peccato, ma è domenica, ci può stare. Parola di croceristi. Anche ieri, la “Independence of the seas”, la gigantesca nave che da Southampton porta turisti a spasso per il mondo, ha gettato gli ormeggi nel porto cittadino. Per sette ore, dalle 9,30 alle 16,30, gli oltre tremila passeggeri hanno potuto scegliere fra cinque itinerari organizzati: qualcuno ha scelto Nora, altri Barumini, i più giovani il Poetto («the beach»). Altri hanno preferito restare in città: «Che bei palazzi», sorridono Mary e Andrew Keating, freschi di pensionamento, irlandese lei, scozzese lui. Per spiegare al cronista quali zone abbiano visto, tirano fuori una piccola macchina fotografica digitale e fanno scorrere qualche istantanea sul display: via Roma, largo Carlo Felice, piazza Yenne. Shopping? «Fatto», sorride la signora, estraendo dalla borsetta una bustina di carta: dentro c'è una collana di pietre verdi, piuttosto vistosa. «Ora ci aspetta il tour con il bus», si congeda lui. Sulla maglietta hanno un bollino adesivo rosso con il numero due: indica il turno per il giro panoramico della città sul pullman, compreso nel pacchetto crociera insieme al servizio navetta fornito da quattro autobus che per tutta la durata della tappa cagliaritana hanno fatto avanti e indietro fra la banchina e l'uscita dell'area portuale.
La città è piaciuta anche ai britannicissimi Wendy Gough e Robbie Williams («Sì, lo so di avere un nome famoso», scherza lui). Lei ha apprezzato la cortesia dei cagliaritani: «Al Castello, abbiamo chiesto informazioni a delle persone. Sono state gentilissime, ci hanno anche spiegato la storia della città». Quanto ai negozi chiusi: «Be', la domenica è così anche dalle nostre parti». Qualcuno ha aperto, del resto. In via Roma, per esempio, c'erano quotidiani inglesi, tedeschi e francesi in bella mostra nelle rastrelliere delle edicole, guide turistiche e romanzi in lingua originale nella vetrina della libreria, porte aperte in grandi magazzini e negozi di scarpe e abbigliamento (con i saldi in corso), negozi di souvenir e specialità gastronomiche, tabaccheria e bar (un'impresa trovare tavolini liberi dopo le 11). Buoni affari anche per venditori ambulanti senegalesi («I croceristi?», sorride uno, «Comprano, comprano») e artisti da strada (un suonatore senegalese, un mimo di incerta provenienza).
Meno entusiasta Charles Morgan, scozzese, con figli di 8 e 10 anni al seguito: «Abbiamo fatto un giretto di mezz'ora e comprato qualche collanina per i bimbi. Che caldo, però, Ora torniamo a bordo: abbiamo voglia di giocare un po' a golf». Per chi non lo sapesse, la “Independence” offre anche la possibilità di praticare boxe, free climbing, nuoto, jogging sui tapis roulant e perfino, con un simulatore, surf. Chi non sbarca, insomma, non è condannato alla noia.
«Vista dal porto, la vostra città è incantevole», giurano Dana Tusia («Mio marito è di origini italiane») e Johanne Kenney, di Boston, a spasso per via Baylle. Entrambe si dicono pronte a giurare che il colpo d'occhio sia migliore che a Nizza e Montecarlo: «I palazzi, qui, sono più belli. Ma davvero Cagliari fu fondata dai Fenici tre millenni fa? Che impressione, noi abbiamo appena 250 anni di storia».
Anche per Heather e Ray Parfitt, inglesi del Middlesex, bollino numero 4 al petto, è stato amore a prima vista: «Che incanto la Sella del Diavolo». Bocciato, invece, il servizio al ristorante: «Ci hanno fatto aspettare mezz'ora, poi ci hanno offerto del formaggio di capra», spiega Heather spegnendo la sigaretta nel posacenere portatile che ha fatto comparire dalla borsetta, «ma non aveva un buon sapore». A che ora vi siete presentati, madam? «Uhmm, 11,30. Troppo presto, dice?»
MARCO NOCE

21/07/2008