Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I grandi uomini sul palco e quello spirito da pionieri che non esiste più

Fonte: L'Unione Sarda
14 maggio 2010

il ricordo


In città ci sono spazi intimamente legati alla nostra storia personale, luoghi dell'anima. L'Alfieri è uno di questi. Quasi tutti i miei zii hanno calcato le scene in quel teatro, punto di arrivo per molte compagnie, che su quel palcoscenico si mostravano alla città “ufficialmente”. Le nostre più innovative opere sono state presentate lì: Cinixiu , con un magnifico Antonino Medas; Ammentos con un Mario Medas strepitoso (mi venne paura che fosse morto per davvero, mentre impersonava Culubiancu). Lì i Medas si sono esibiti assieme per l'ultima volta, era il '96. Lì la città incontrava gli attori che il Cedac invitava, lì ogni volta i registi si lamentavano di quel teatro troppo piccolo, eppure lì abbiamo amato il teatro, lì abbiamo conosciuto le molte realtà italiane, lì è stato presentato il primo film di Cabiddu, momento importante della neonata cinematografia sarda.
Lì ho conosciuto grandi uomini. Intravedo con gli occhi della memoria i loro volti: si chiamavano Franco Noè, Vittorino Fiori, Corrado Gay, Giacomo Colli, Giampiero Cubeddu. Una casa della cultura, nella quale si alternavano personaggi straordinari, animatori della vita culturale della città. Professionisti, che con spirito da artigiani costruivano. Il teatro non è solo industria, consuntivi, preventivi, alleanze, contributi, istanze. La chiusura del cineteatro Alfieri non mi sorprende, troppe cose sono cambiate. Quello spirito da pionieri che rischiavano di proprio, credendo ad un progetto che sembrava, in questa Isola, impossibile, non esiste più. Mi piacerebbe non venisse cancellata tutta la memoria delle persone e dei fatti che lì si sono succeduti, la vera ricchezza dell'Alfieri.
GIANLUCA MEDAS
(Attore e regista teatrale)

14/05/2010