Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I «diritti esigibili»: come e cosa fare

Fonte: L'Unione Sarda
13 maggio 2010

Il libro. Giorgio Latti, giudice del Tribunale, aiuta a orientarsi fra leggi prive di organicità 


Magistrato al Tribunale civile, da decenni impegnato sulla frontiera della disabilità, Giorgio Latti, 45 anni, si è spesso trovato davanti alle domande di famiglie in difficoltà nei rapporti con le istituzioni. E ha pensato che non era il caso di continuare a lasciare i singoli privi di orientamento o costretti a ricorrere ai giudici.
OBIETTIVO INCLUSIONE «Considerando che le nostre leggi sono ottime sulla carta, ma prive di organicità - spiega - ho pensato di scrivere una vera e propria guida normativa all'integrazione sociale».
È nato così, per la casa editrice Franco Angeli, il libro I diritti esigibili , nel quale Latti, presidente della Consulta provinciale, ha voluto fornire con semplicità gli strumenti necessari ai disabili e alle loro famiglie per costruire un percorso di vita dalla nascita fino alla conquista dell'autonomia, lavoro compreso. «L'obiettivo - precisa - non è quello di protestare, bensì, pragmaticamente, di garantire ai disabili gli stessi servizi dei cosiddetti normali. Basta con le giornate o i minibus per i disabili, come si è detto basta alle scuole differenziali. Le leggi esistono, occorre esigere e rivendicare l'inclusione, i diritti a frequentare la stessa scuola, gli stessi ambienti, le stesse palestre». La filosofia che ispira le ottime leggi italiane va dunque tradotta in pratica, «anche perché -spiega Giorgio Latti - dove i disabili si trovano integrati la qualità della vita migliora per tutti. Nelle città dove le carrozzine possono circolare liberamente anche le mamme con bambini e gli anziani possono passare sui marciapiedi senza barriere. Ma anche nei posti di lavoro la presenza di uomini e donne con abilità diverse rende il clima migliore».
VITA MIGLIORE Giorgio Latti non è un estremista. Parla di diritti da esigere e di interessi costituzionalmente rilevanti da contemperare , come vuole la Consulta. «Anche la spesa pubblica è un interesse - spiega - insieme a quelli dei disabili all'istruzione, alla salute, alla mobilità, al lavoro. Il nodo è superare l'idea della giornata del disabile o del ricorso continuo alla magistratura, per costruire, partendo dalle esigenze individuali, percorsi utili a salvaguardare la dignità delle persone. E a migliorare la qualità della vita di tutti». (g.g.)

13/05/2010