Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Castello, il quartiere muore: il silenzio del Comune e la maxi protesta dei residenti

Fonte: La Nuova Sardegna
13 maggio 2010

GIOVEDÌ, 13 MAGGIO 2010

Pagina 2 - Cagliari


Cartelli tre per sei ai balconi per denunciare la mancanza di servizi Le promesse e le illusioni in attesa del piano per il centro storico

I grandi eventi annunciati sono un miraggio

PABLO SOLE

CAGLIARI. Qualche mese fa il sindaco Emilio Floris aveva convocato un incontro all’ex Palazzo di città, per presentare i progetti destinati a far rinascere Ma in quell’occasione il capo dell’esecutivo, circondato da autorevoli esponenti del centrodestra, si dimenticò di invitare il presidente della circoscrizione, Gianfranco Carboni. Che si presentò comunque per ribadire quel che va dicendo da anni: per Castello, così come in altri quartieri storici, il Comune latita.
Eppure durante quell’incontro il sindaco parlò della necessità di organizzare grandi interventi per scongiurare quel che i residenti denunciano da anni: la morte del quartiere. A distanza di qualche mese, i castellani attendono ancora che il Comune batta un colpo. Prova ne siano i cartelli che da qualche giorno addobbano decine di balconi, sistemati per chiedere a chi di dovere, di fermare il degrado che sta minando alle fondamenta il suggestivo rione. Ma cosa chiedono i castellani? Interventi basilari. Mancano i centri di aggregazione sociale che non siano bar e locali notturni, che pure hanno fortemente contribuito a far dimenticare a Castello gli anni bui vissuti almeno fino alla fine degli anni ’90, quando finalmente alcuni imprenditori decisero di investire e contribuirono alla crescita - soprattutto sociale - del rione. Tant’è: a distanza di anni, a Castello non c’è ancora un ufficio postale, non una banca e nemmeno uno sportello bancomat. La farmacia, poi, è stata aperta di recente. Ma va detto che questi servizi non competono certo al Comune. Non così il piano particolareggiato del centro storico, che ancora non esiste. Eppure, non si può dire che la mancanza di questo strumento sia risibile. Di fatto, l’assenza del piano mina alla base diversi interventi tesi al miglioramento urbanistico, in primis, del quartiere. Un aspetto di prima importanza, considerato che se da un lato esiste il “Castello dei ricchi”, in mano a casati più o meno nobili e agenzie immobiliari, dall’altro ci sono ancora tantissimi sottani, mentre circa il 40 per cento delle abitazioni è disabitata. E così i residenti hanno deciso di unire le forze e dar vita a una comitato spontaneo, anche sulla spinta di quei cartelloni sei per tre sistemati qualche settimana fa in un balcone da un’imprenditrice esasperata.