Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Teatro Lirico, trasferta a Wiesbaden

Fonte: La Nuova Sardegna
10 maggio 2010



«Lucia di Lammermoor» rappresentata in Germania


GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. La rassegna musicale più antica della Germania dopo il Festival di Bayreuth, ha invitato il Lirico a sostituire l’Opera Nazionale Greca, al 98º Festival Internazionale a Wiesbaden.
La «Lucia di Lammermoor» di Donizetti, vincitrice del Premio «Franco Abbiati» è stata quindi rappresentata, venerdì e sabato, sul prestigioso palco dell’Hessisches Staatstheater di Wiesbaden, riproposta nell’allestimento firmato per regia, scene, costumi e luci dal genio artistico di Denis Krief, ripreso da Antonio Petris, suo assistente a Cagliari per la «Lucia» donizettiana e a Bologna per «Un ballo in maschera» di Verdi. Il franco-italiano Krief è un regista che punta quasi sempre all’essenzialità formale, scenografie di studiata e suggestiva sobrietà, ambientazioni abbastanza sofisticate, lineari, asciutte ed eleganti, dove spesso la geometria degli spazi allude facilmente a contesti interiori/psicologici, o a retrotesti drammaturgici.
A guidare invece l’Orchestra e il Coro del Lirico (preparato da Fulvio Fogliazza) è stato Stefano Ranzani, direttore milanese fra i più notevoli della sua generazione, perfezionatosi con Leonard Bernstein. Una bacchetta rinomata per l’energia, per la freschezza interpretativa, degno erede di Gavazzeni per la lettura operistica brillante e scrupolosa, ponderatamente al servizio delle voci e del belcanto. Nei panni di Lucia vi erano due soprani: Silvia Dalla Benetta, alla prima recita, e Désirée Rancatore alla seconda (già apprezzata al Lirico in varie occasioni, per esempio come Adina nell’«Elisir d’amore»). Nel restante cast: Francesco Demuro (Edgardo), Luca Salsi (Enrico), Riccardo Zanellato (Raimondo), Giorgia Bertagni (Alisa), Gianluca Floris (Arturo), Emanuele Giannino (Normanno).
Rappresentata per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835, «Lucia di Lammermoor» costituisce il primo frutto della prolifica collaborazione tra il compositore bergamasco Gaetano Donizetti e il librettista partenopeo (ex commediografo) Salvatore Cammarano. Drammaturgicamente imperniato sul binomio eros-thanatos (amore e morte), con l’elemento della follia, quasi profetico di una malattia degenerativa che dieci anni più tardi, manco a dirlo, colpì il musicista, musicalmente “Lucia” è la vetta maggiore della produzione donizettiana, dove il manierismo di tante altre sue pagine cede il posto ad un’inventiva componistica singolare, innovativa, e di enorme efficacia teatrale.