Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

No alla povertà, sì al lavoro: 2000 in marcia

Fonte: L'Unione Sarda
29 aprile 2010

Sa die de sa Sardigna. Sindacati e associazioni in corteo con un obiettivo: sensibilizzare i politici

Polemiche per la mancata convocazione del Consiglio regionale
Duemila persone hanno manifestato contro le povertà e per il lavoro nel giorno della Festa della Sardegna.
Abdou apre il corteo sventolando la bandiera dei Quattro Mori. Perché in Sardegna il lavoro e la povertà non fanno distinzione di razza, sesso o religione. Lavoro e povertà, un binomio che ieri mattina, giorno della festa de Sa die de sa Sardigna, ha portato lungo le strade del capoluogo oltre duemila persone che si sono date appuntamento in un luogo simbolo: la mensa del povero di viale Fra Ignazio. A dir la verità da festeggiare c'è poco, anche se i bonghi suonati dai senegalesi che accompagnano le note del ballo tondo sparate da un furgone e il sole primaverile invogliano al buonumore. «Il tasso di disoccupazione ha superato il 15 per cento, il doppio della cifra nazionale e riguarda 250 mila sardi, soprattutto giovani con meno di 35 anni», afferma don Pietro Borrotzu, della Pastorale per il lavoro, tra i promotori della manifestazione. Il corteo si è snodato in modo pacifico e, grazie all'intervento di Polizia, vigili urbani e carabinieri, ha causato pochi disagi agli automobilisti già imbottigliati tra le gradinate della festa di Sant'Efisio.
UNITI PER IL LAVORO Con il sacerdote i vertici di Cgil, Cisl e Uil, delle Acli, della Coldiretti, tutti aderenti alla Carta di Zuri, gli operai di Euroallumina, Alcoa, Rockwool e di altre industrie in difficoltà. E i politici? Latitanti, a parte i due candidati per le provinciali Graziano Milia e Piergiorgio Massidda, che dopo un caloroso abbraccio all'ombra della chiesa di Sant'Anna hanno marciato assieme sino al palazzo del Consiglio regionale in via Roma. Puntuali le polemiche per la mancata convocazione del Consiglio regionale. «Le prossime elezioni non possono essere un alibi», commenta il leader della Cisl Mario Medde. «Sa die non è solo una ricorrenza storica, ma un'occasione per ricordare i problemi fondamentali dell'Isola. Bisogna difendere il tessuto produttivo - aggiunge Medde - e integrarlo con industria, agricoltura, turismo».
«Da quando è stata istituita Sa Die credo sia la prima volta che il Consiglio e la Giunta non si riuniscono in maniera solenne. Evidentemente hanno altro da fare: loro celebrano la festa con le corse dei cavalli, noi lo facciamo in modo diverso, denunciando il lavoro che manca e le nuove povertà», ribatte il numero uno della Cgil Enzo Costa.
Francesca Ticca scatta una fotografia inquietante. «L'assenza dei nostri rappresentanti è una frattura tra mondo reale e il potere. I tempi della politica continuano a non essere quelli degli uomini. In Sardegna manca un progetto chiaro di sviluppo». Ottavio Sanna delle Acli è preoccupato. «Aumentano le famiglie povere e dobbiamo offrire solidarietà a chi soffre questo disagio. Raffaello Betti della Coldiretti. «Con le nostre filiere riusciamo a dare una mano a chi consuma offrendo prodotti di qualità a prezzi sostenibili». E i disoccupati? Tutti d'accordo con il concetto di Remo Fantini della ex Ila di Portovesme. «Bisogna tagliare le teste che non producono e le mani che rubano. Non possono pagare i lavoratori per gli errori dei vertici».
LA SPERANZA «Sa die de sa Sardigna non può essere solo celebrativa. Bisogna dare segni di speranza per il futuro. Chi vive in povertà ha diritto a un riscatto». Don Pietro Borrotzu, della Pastorale per il lavoro, sta alla larga da argomenti religiosi. La parola d'ordine è solidarietà. «Questa manifestazione è inserita in un percorso che stiamo curando da anni. I poveri stanno aumentando con un trend spaventoso». C'è una soluzione? «Ci sono ingenti risorse che la Giunta regionale non spende. I politici propongono solo interventi tampone e non definitivi. Industria, chimica, turismo: viviamo in un mercato globale in un gioco controllabile dalla politica, che deve dare risposte puntuali».
L'INCONTRO I rappresentanti sindacali e delle associazioni sono stati ricevuti in Consiglio regionale dai capigruppo. Don Borrotzu ha esposto una relazione a Mario Bruno, Luciano Uras, Adriano Salis, Giulio Steri, Giampaolo Diana e Simona De Francisci. Nell'aula della Terza commissione anche l'assessore regionale al lavoro Franco Manca. «Povertà e lavoro sono due temi indissolubili. L'uscita dalla crisi non è dietro l'angolo. Occorre guardare quello che sta succedendo, e non solo in Italia. Bisogna valutare quello che è successo in Grecia e quello che accadrà in Portogallo. La speculazione finanziaria avrà ripercussioni anche da noi. Lo sviluppo passa attraverso la solidarietà».
ANDREA ARTIZZU

29/04/2010