Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sant’Efisio prigioniero del Primo maggio: errore da non ripetere

Fonte: La Nuova Sardegna
28 aprile 2010


MARIO GIRAU
CAGLIARI. La settimana dedicata a Sant’Efisio sfavilla di luci, cerimonie, riti secolari com impone la tradizione gelosamente custodita dai cagliaritani. E come sempre intorno al pellegrinaggio religioso, è stato organizzato un ricco cartellone laico di spettacoli.
Fra qualche giorno la città sarà non solo il cuore religioso dell’isola, ma anche quello turistico. Così l’apoteosi del Primo e del Quattro maggio, ancora una volta, lascerà in sospeso lo storico interrogativo: quant’è grande la devozione dei cagliaritani verso il santo guerriero? Il problema non si pone, naturalmente, per gli stampacini, che il martire custodiscono, fino quasi a coccolarlo, tutto l’anno. Ma la gente degli altri quartieri quanto si lascia coinvolgere nei festeggiamenti e si sente protagonista del momento religioso? Questa è la vera domanda. Se la processione era anni fa, un appuntamento obbligato per le famiglie, ora è disertata dai ragazzi e anche i genitori hanno sempre meno voglia di trasmettere ai rampolli l’importanza del debito di riconoscenza che la città ha verso Efis il grande. Il ponte di fine settimana fuori città, per molti cagliaritani è molto più importante di quattro ore sotto il sole a veder sfilare il meglio della cultura sarda. Che il feeling città-Sant’Efisio si stia restringendo soltanto agli addetti ai lavori e ai generosi confratelli del “Gonfalone”, è dimostrato anche dalla scarsa partecipazione, il 15 gennaio, alla festa liturgica del santo: vero polmone spirituale da potenziare per non far inaridire o trasformare soltanto in una spettacolare kermesse folcloristica l’appuntamento del Primo maggio.
Recuperare e rilanciare la partecipazione dei cagliaritani alla Festa, riavvicinando i fedeli del capoluogo al santo, dovrebbe essere la preoccupazione generale degli organizzatori, dell’arciconfraternita e di tutta la Chiesa.
La Madonna di Bonaria e sant’Efisio sono i veri patroni di Cagliari. San Saturnino, quello riconosciuto, è scomodato esclusivamente per regalare un giorno di vacanza agli studenti e agli impiegati pubblici, per allungare il “ponte di tutti i santi”, tutt’al più consentire all’arcivescovo di esprimere a voce alta le sue osservazioni sulla città. Così mentre i mercedari non perdono occasione per alimentare la devozione verso la Vergine venuta dal mare, sant’Efisio deve accontentarsi di un solo grande giorno.
Alcune iniziative potrebbero, invece, essere adottate per rinverdire tra i fedeli la devozione verso su “protettori poderosu”. Queste sono le proposte: trasformare la chiesetta di sant’Efisio (restaurata) in un santuario diocesano aperto tutto l’anno con il solito corollario di novene e indulgenze. Oppure promuovere pellegrinaggi parrocchiali, far sfilare il Primo maggio - come qualche volta è avvenuto - tutte le arciconfraternite della città. E ancora: proiettare nelle scuole elementari e medie documentari sulla Festa e organizzare concorsi di disegno e letterari, per far conoscere in un contesto sempre più multietnico la figura e le tradizioni sbocciate intorno alla figura del santo. Il successo della Festa del Primo maggio è sostenuto proprio dalla secolare devozione, senza questa la lunga processione rischia di diventare invece solo una vuota manifestazione folcloristica.