Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Assistenza ai disabili, nuove regole per usufruire di congedi e permessi

Fonte: L'Unione Sarda
28 aprile 2010

Le modifiche alla normativa servono per evitare comportamenti scorretti da parte del lavoratore

Cambia il sistema di regole per i dipendenti che assistono persone disabili. Il ministro Brunetta ha introdotto nuovi limiti nel tentativo di evitare comportamenti opportunistici da parte dei lavoratori.
Il ministro Brunetta ha portato sostanziali modifiche alla normativa sui permessi, congedi e assistenza ai portatori di handicap. Le modifiche si trovano nel collegato già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
LE INNOVAZIONI L'articolo 24 del collegato riporta le modifiche, con effetto immediato, su alcuni punti della legge 104 del 1992. I primi tre giorni al mese di permesso retribuito per assistere una persona disabile sono limitati ai coniugi, parenti o affini entro il secondo grado e non più entro il terzo, come riportava la vecchia normativa. Fanno eccezione i genitori o il coniuge delle persone da assistere che hanno superato i 65 anni o che siano affetti da grave disabilità. L'assistenza, per queste persone non ha subito variazioni. Non è più concesso riconoscere a più di un lavoratore i tre giorni di permesso retribuito per assistere la stessa persona. Questo divieto riguarda solo i genitori che prestano assistenza allo stesso figlio con handicap grave. In questi casi, la fruizione delle giornate di permesso deve avvenire alternativamente. Infine, mentre precedentemente il lavoratore che assisteva il disabile poteva scegliere la sede lavorativa più vicina al proprio domicilio, le nuove disposizioni prevedono che la sede da scegliere debba essere quella più vicina all'assistito.
LE ALTRE NOVITÀ Per scoraggiare eventuali comportamenti opportunistici, è stata introdotta una clausola in base alla quale, nel caso in cui il datore di lavoro o l'Inps accertino «l'insussistenza o il venir meno delle condizioni richieste», il dipendente decade dal diritto a fruire dei permessi. In questi casi, addirittura, l'inadempiente potrà essere sottoposto a procedimento disciplinare, ricorrendone, ovviamente, i presupposti. Infine, le pubbliche amministrazioni sono obbligate a comunicare alla Funzione pubblica, entro il 31 marzo di ogni anno, i nominativi dei dipendenti che fruiscono a qualsiasi titolo dei permessi, in base all'articolo 33 della legge 104/1992, compresi quelli delle persone assistite, del grado di parentela e il contingente complessivo di giorni e ore di permessi fruiti mese per mese da ciascun lavoratore. La Funzione pubblica raccoglierà tutte queste informazioni in una banca dati informatica, nel rispetto delle norme a tutela della privacy.
LA NORMATIVA Tutte queste novità riguardano i permessi fruiti sia da lavoratori pubblici o privati. Il ministro Brunetta intende, però, modificare anche i permessi attualmente fruibili da tutti i lavoratori. In questo settore la vecchia normativa si differenziava a seconda che il lavoratore fosse un dipendente pubblico o un lavoratore privato. Per poter introdurre novità e, soprattutto, per poter unificare la nuova normativa a tutti i lavoratori sia pubblici che privati, il collegato all'articolo 23 riporta una delega che prevede che entro 6 mesi il governo provveda ad emanare uno o più decreti di riordino di tutta l'attuale normativa. Poiché le nuove norme non riguarderanno solo il pubblico impiego, ma tutto il mondo del lavoro, i decreti attuativi verranno adottati su proposta congiunta di 3 ministri: quello del lavoro, della funzione pubblica e dell'economia. Come si può comprendere, l'argomento è molto delicato. Fino ad oggi, la materia è regolamentata da una lunga stratificazione di leggi, decreti, circolari, compromessi politici e accordi interpretativi che non è facile riportare in un unico testo e, per di più, omogeneo. Attualmente, le differenze tra pubblico e privato non sono tutte eliminabili.

28/04/2010