Domani i nuovi progetti, ma i tempi sono strettissimi
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Venerdì c’è stato l’incontro decisivo alla Regione all’uffico del paesaggio: «Abbiamo chiarito le ultime questioni sul tipo di baretto realizzare», ha spiegato Sergio Mascia, responsabile del consorzio Poetto service, a cui aderiscono nove dei venti chioschi.
Alle nove strutture del consorzio «se ne sono aggiunte altre quattro: per le richieste legate alle nuove strutture», informa Mascia. Domani i titolari dei chioschi avranno l’ultimo incontro col Comune: sia col settore dell’edilizia privata che con quello del patrimonio. Poi in serata o, al massimo, il giorno dopo verrà presentata la domanda allo sportello unico per le imprese. «Noi stiamo presentando un piano di rimozione dell’esistente e di ricostruzione, secondo le indicazioni ricevute». In particolare Mascia si riferisce: sia alla delibera dei primi di febbraio, in cui il consiglio comunale richiamava l’attuale piano regolatore per permettere una soluzione provvisoria in assenza del piano di utilizzo del litorale (Pul); e sia alle indicazioni degli assessorati interessati (c’è stato un ampio dibattito con gli uffici del patrimonio del Comune per le dimensioni).
A monte ci sono stati: un’ordinanza degli uffici dell’edilizia privata del Comune, che impone la rimozione dei baretti perchè privi di autorizzazione edilizia (che non può essere data in quanto non c’è ancora il Pul) e ampliati oltre il perimetro della concessione demanile; e dall’altro l’indagine della magistratura, in questo caso penale, per gli stessi motivi.
«Ognuno dei titolari dei tredici chioschi ha dovuto elaborare un proprio progetto - spiega Mascia - per seguire il perimetro della concessione in termini precisi. Mentre la dimensione complessiva resta di cinquanta metri quadri per tutti, più il loggiato». A questo punto, una volta presentato il progetto allo sportello unico, bisognerà pensare ai tempi tecnici: quelli necessari per indire la conferenza dei servizi (venti giorni) e quelli per demolire e ricostruire (almeno un mese). Il che significa che a inizio stagione il Poetto sarebbe un cantiere aperto. «A questo punto noi valuteremo col sindaco - precisa Mascia - se sarà possibile continuare le operazioni dopo l’estate». Nello stesso tempo, va ricordato, che oltre all’ordinanza del Comune, esiste l’indagine della magistratura. Gli interrogativi, quindi, restano aperti.
Le nuove strutture, autorizzate per otto mesi (poi subentrerà il Pul) saranno in legno con dei motivi che si rifanno alle persiane dei vecchi casotti. Inoltre il chiosco sarà realizzato leggermente sollevato dalla sabbia: per evitare che le mareggiate danneggiano i cibi.
LA SPIAGGIA
Ancora aperte le ferite del ripascimento
CAGLIARI. Ormai sono passati otto anni dal ripascimento della sabbia del Poetto. Le polemiche sono state infinite. Alla fine tutto è rimasto come prima. L’intervento, inizialmente, programmato in due anni, è stato poi realizzato in dieci giorni come un’operazione di protezione civile. E i cagliaritani si sono ritrovati con una sabbia grigia e non più bianca e soffice come un tempo, con una granulometria più grossolana e un’acqua non più limpida come un tempo (per effetto del limo presente nella sabbia «sparata» sulla battigia). I geologi avevano detto che il ripascimento era riuscito, ma i loro parametri di riferimento erano le spiagge della Spagna o di Ostia. Ma la sabbia del Poetto era considerata un caso di rara bellezza e con particolarità da salvaguardare. Da qui l’ira dell’opinione pubblica quando ha scoperto che il tempo (ossigenazione ed effetto meccanico delle mareggiate) avevano migliorato solo in minima parte lo stato della spiaggia.
Poi c’è stato uno studio fatto fare dalla Regione, ma mai reso operativo, in cui si affermava che è possibile intervenire per migliorare la situazione. Ma nessuno si è mosso. Dal periodo del ripascimento e dalle critiche dell’opinione pubblica, tutti hanno avuto timore. E così il Poetto ha perso l’antico splendore. (r.p.)