Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Un’opera dove tutto è tempesta

Fonte: La Nuova Sardegna
19 aprile 2010

SABATO, 17 APRILE 2010

Pagina 36 - Cultura e Spettacoli

L’allestimento è lineare e suggestivo, mai forzato

ENRICO PAU
CAGLIARI. Nell’opera «L’Olandese volante» tutto è tempesta, la natura, il mare, le onde che si immaginano altissime invincibili, gli animi umani, i sentimenti anch’essi invincibili perché scuotono la vita dei protagonisti.
Sullo sfondo poi a complicare le cose si agitano il mito e la leggenda, elementi che hanno sempre affascinato il compositore tedesco, autore anche del bellissimo libretto che riprende le suggestioni di una favola dei mari la cui origine è misteriosa, almeno quanto l’origine del personaggio principale costretto a vagare per i mari alla ricerca dell’unica cosa che lo potrebbe salvare: l’amore.
Lo spettacolo diretto da Francesca Zambello, e dal suo assistente Stephen Taylor, si avvicina a questa materia incandescente con sapiente linearità, la scenografia di Alison Chitty e le luci di Rick Fisher tolgono tutti gli accenti, quelli appartengono alla parte musicale impetuosa, evocativa. La Zambello sceglie una forma che non evoca mai la realtà, semmai la cita da lontano, le navi sono alte scale che i cantanti, il coro e figuranti scalano continuamente, una salire verso l’alto perpetuo come il movimento delle corde, ora gomene da tirare, ora fili di un immenso telaio al’inizio del secondo atto, quadro femminile bellissimo. E poi l’infinito sipario che attraversa la scena, semplicissimo effetto scenico, mirabile nella capacità di accompagnare il passaggio della nave dell’Olandese dal mare, rosso, alla terraferma che si annuncia con un blu intenso.