Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cemento sulle tombe, chiusa l'inchiesta

Fonte: L'Unione Sarda
16 aprile 2010

Procura. Le accuse del pm: «La necropoli usata come deposito di materiali edili»

Tra gli indagati Santoni, Cocco, Zoccheddu, Manis e Salvi
Indagati anche funzionari del Comune e l'imprenditore Raimondo Cocco.
I giochi sono finiti: dopo due anni di indagini, il sostituto procuratore Daniele Caria ha chiuso l'inchiesta su Tuvixeddu. Sette indagati e un lungo - e pesante - elenco di accuse: tutto gira intorno ai muraglioni di cemento costruiti dal Comune nel cuore del parco archeologico, vicinissimi alle tombe e non solo: in alcuni casi, secondo gli inquirenti, i sepolcri scavati nella roccia sarebbero stati usati come «deposito di materiali edili, di pedane e tavoloni in legno». Insomma, un cantiere in mezzo alle necropoli, dove i ponteggi per realizzare le opere venivano addirittura «infissi» nelle tombe.
LA SOPRINTENDENZA La novità è anche che nel registro degli indagati - per i quali il pm si avvia a chiedere il rinvio a giudizio - oltre al nome di Vincenzo Santoni, ex soprintendente ora in pensione, c'è quello dell'archeologa Donatella Salvi, che aveva l'incarico di vigilare sul cantiere. Insieme a lei, i direttori dei lavori e i funzionari del Comune di Cagliari: Paolo Zoccheddu (difeso da Mariano Delogu), dirigente dell'area gestione del territorio; Giancarlo Manis, ingegnere del servizio di pianificazione del territorio (legale Massimiliano Ravenna); Raimondo Cocco, amministratore della società Cocco costruzioni, che stava realizzando alcune opere sul colle. L'imprenditore, che aveva poi accettato di rinunciare all'area in cambio di una contropartita offerta dalla Giunta Soru, è indagato per violazione del Codice Urbani in concorso con Luciano Muscas, che invece aveva ottenuto l'autorizzazione ambientale «sulla base di false dichiarazioni» contenute nelle domande dirette ad avere la concessione dal Comune. Infine, sotto accusa anche Fabio Angius, direttore dei lavori nel cantiere dove martelli e sacchi di cemento venivano conservati nelle tombe.
SANTONI Accuse pesanti per Santoni (difeso da Luigi Concas), che secondo la Procura avrebbe attestato falsamente, nella seduta della Commissione del paesaggio del 21 febbraio 2007, che le tombe rinvenute dopo il 1997, «si trovavano all'interno dell'area vincolata». Non solo. All'ex soprintendente viene anche contestato di non essersi astenuto (visto che la figlia, Valeria Santoni, lavorava per la Nuova Iniziative Coimpresa di Cualbu), nella votazione della Commissione regionale del paesaggio sulla proposta di dichiarare l'area di Tuvixeddu e Tuvumannu «di rilevante interesse pubblico», estendendo così la tutela. La proposta, poi, venne approvata nonostante il voto contrario di Santoni. Inoltre, secondo il pm Caria, Zoccheddu, Manis, lo stesso Santoni e la Salvi, avrebbero consentito la realizzazione di opere abusive, tra cui le famose fioriere in pietra a gradoni, alte 4 metri, più due costruzioni di 3 metri a forma di piramide e la rampa del «percorso vita». Ora gli indagati potranno chiedere di dire la loro.
LE SENTENZE DEL TAR Nel frattempo mercoledì il Tar ha dichiarato improcedibili, «per sopravvenuta carenza di interesse» i ricorsi presentati da Nuova iniziative Coimpresa e dal Comune di Cagliari, contro l'avvio della procedura di vincolo del complesso minerario industriale di Tuvixeddu. Secondo la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, si trattava «di un pregevole complesso minerario impiantato alla fine dell'ottocento e attivo per quasi un secolo in ambito urbano, comprendente manufatti, gallerie sotterranee, tunnel di trasporto dei materiali, nastri trasportatori, tramogge, piani di carico, fronti di cava e altre evidenti tracce dell'attività estrattiva che costituiscono un unicum di particolare interesse».
IL MOTIVO Ma la dichiarazione di «particolare interesse», sarebbe dovuta arrivare entro un certo termine, già superato. Di qui la decadenza degli interessi dei ricorrenti, che non avrebbero più motivo di chiedere l'annullamento dell'atto. ( red.ca. )

16/04/2010