Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«La colpa di Balletto è politica»

Fonte: La Nuova Sardegna
16 aprile 2010

VENERDÌ, 16 APRILE 2010


La sentenza di assoluzione in appello per il Poetto


CAGLIARI. Per il disastro del Poetto l’ex presidente della Provincia Sandro Balletto ha una chiara e pesante responsabilità politica, ma sul piano penale la colpa del danneggiamento è dei dirigenti. Lo affermano nella motivazione della sentenza di assoluzione i giudici della Corte d’Appello - presidente Giovanni Battista Lelli, consiglieri Simonetta Lai e Giovanni Lavena - che in una cinquantina di pagine demoliscono gran parte delle argomentazioni difensive proposte dall’avvocato Rodolfo Meloni nel ricorso contro la condanna a dieci mesi subìta da Balletto il 19 maggio 2006 dopo il giudizio abbreviato, ma accolgono quella fondamentale: in base alla legge Bassanini il presidente della Provincia di Cagliari non aveva alcun potere di fermare i lavori di ripascimento malgrado l’evidenza degli errori commessi nella scelta della sabbia. Di più: se avesse chiesto ai dirigenti («come sarebbe stato doveroso») di interrompere il lavoro della draga Antigoon l’iniziativa non avrebbe prodotto alcun effetto, perchè per i responsabili amministrativi dell’operazione-ripascimento fermarsi in quella fase sarebbe stata «una clamorosa ammissione di colpa» proprio perchè i dirigenti «avevano piena cognizione delle gravi irregolarità che avevano accompagnato la preparazione e l’esecuzione dei lavori» e che essi «erano i soggetti più accreditati a cogliere l’opportunità quanto meno di limitare i danni, evitando che fosse completato lo sversamento indiscriminato di materiale inidoneo e difforme dalle prescrizioni contrattuali». Su questo punto i giudici di secondo grado non hanno alcun dubbio: i materiali sversati in soli quindici giorni sull’arenile, anzichè in sei fasi come prevedeva l’appalto, sono ben lontani da quelli stabiliti. Sia come granulometria che come composizione.
La Corte d’Appello si fa letteralmente beffa («argomentazioni bizantine e paradossali») di chi continua a sostenere che il Poetto fosse una spiaggia già profondamante degradata e che l’intervento dovesse limitarsi a proteggere l’arenile, stabilizzandolo: nella primavera del 2002 il litorale era ancora per la maggior parte integro, candido, corrispondente alla propria identità. D’altronde - osservano i giudici nella motivazione della sentenza - se l’obbiettivo fosse stato solo di difendere l’arenile, senza puntare a riportarlo alle condizioni originarie, sarebbe bastato sversare ghiaia oppure costruire plinti di cemento. Al contrario l’operazione di ripascimento è stata preceduta da una lunga fase preparatoria, con analisi di compatibilità delle sabbie e prescrizioni rigorose nel capitolato d’appalto. Rigore e attenzione poi sfumate nell’esecuzione dell’intervento, che per i giudici d’appello rappresenta «un irrimediabile e gravissimo deturpamento della spiaggia cagliaritana, un vero e proprio scempio ambientale».
Se dunque Balletto non patirà alcuna conseguenza sul piano penale - il solo condannato resta il biologo Luigi Aschieri, sei mesi, prescritti gli altri dopo le condanne in primo grado - l’ex presidente della Provincia, esponente oggi accantonato di Forza Italia, resterà per i cagliaritani, insieme all’amico assessore Renzo Zirone, il responsabile storico di questo disastro senza precedenti. (m.l)