Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tuvixeddu, i danni non finiscono mai

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2010

Prosegue la trattativa con la Regione ma la famiglia Sotgiu insiste sull'Accordo del 2000
Una perizia fissa il risarcimento a quota 17 milioni di euro
Le due donne, proprietarie di terreni a Tuvumannu, sono tra le firmatarie dell'Accordo di programma del 2000.
Il tassametro di Tuvixeddu, per le sorelle Piera e Rosanna Sotgiu, corre dal 2001 e in nove anni è arrivato a una cifra stellare: 17 milioni di euro (17.373.000, per l'esattezza) che le due firmatarie dell'Accordo di programma potrebbero chiedere in qualsiasi momento per gli oltre 30 mila metri cubi che gli sarebbero spettati e che - per ora - esistono solo sui plastici dello studio Masoero e De Carlo, che progettò l'urbanizzazione del Colle.
LA RELAZIONE Le cifre evidenziate nella perizia (aggiornata al 22 dicembre 2009) di Paolo Steri, l'ingegnere che ha ricevuto dalla famiglia Sotgiu l'incarico di quantificare i danni, sarebbero più basse solo nell'ipotesi che il comparto C2a (previsto a Tuvumannu) venga realizzato: in questo caso i danni si limiterebbero a 8.910.000 euro.
L'ANNULLAMENTO E il fatto che il tempo delle attese sia finito lo si capisce dalle parole di Antonio Dettori, figlio di Piera Sotgiu: «Abbiamo intenzione di chiedere l'annullamento per inadempienza dell'Accordo del 2000». Anche perché, spiega il portavoce della famiglia, in questi mesi non c'è stato nessun contatto con le istituzioni: «Dopo le delibere della Giunta e del Consiglio regionale nessuno ci ha contattato. Vorremmo sapere come comunicare con la Regione, che ha deciso di modificare la convenzione e non ci ha ancora notificato questa volontà. Mi pare ci sia un grosso menefreghismo politico nei nostri confronti». Quindi è arrivato il momento dei danni: «Li chiederemo in qualunque caso. Ma se questo piano non dovesse andare avanti, come non è andato avanti in quasi dieci anni, allora ci muoveremo subito per ottenere quello che ci spetta. A chi chiederemo i soldi? Agli altri firmatari: Regione, Comune, Coimpresa». Se si dovesse arrivare a una modifica della convenzione, bisognerebbe comunque passare da loro, che hanno già espresso la propria posizione, riassumibile più o meno così: prima i soldi, poi si può discutere.
LO SCONTRO I Sotgiu quasi due mesi fa hanno notificato una «messa in mora» a Nuova iniziative Coimpresa, firmata dall'avvocato Elisabetta Carboni. In base a una scrittura privata, il gruppo Cualbu avrebbe dovuto garantire «urbanizzazioni primarie e secondarie» e occuparsi delle pratiche edilizie del loro comparto entro 1.480 giorni dall'Accordo di programma. Un termine scaduto a gennaio del 2005, quindi ben prima che il Colle venisse paralizzato dai vincoli, messi e poi dichiarati illegittimi, voluti dall'ex presidente della Giunta Renato Soru. Fino al febbraio di quest'anno non risultava nessuna domanda di concessione edilizia per quei terreni, tutti sul versante di Tuvumannu.
IL BRACCIO DI FERRO Nel frattempo, sul fronte di Tuvixeddu le trattative proseguono, anche se sottotraccia. L'ipotesi al momento più probabile è quella dell'acquisizione da parte della Regione dei comparti E3, F1 e F2. In tutto 42 mila metri quadrati, che moltiplicati per una valutazione di 400 euro a metro quadro, si traducono in almeno 16 milioni di euro che la Regione dovrebbe sborsare solo per acquistare le aree. Il problema è di facile comprensione: dove si troveranno i soldi necessari, ai quali si dovranno aggiungere anche quelli per la realizzazione del parco allargato, che da 23 passerebbe a oltre 27 ettari? È la domanda che per ora blocca il futuro del Colle.
MICHELE RUFFI

15/04/2010