Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sardegna, «L’anatema» di un poeta

Fonte: La Nuova Sardegna
14 aprile 2010


MERCOLEDÌ, 14 APRILE 2010


Cagliari, il documentario del regista Enrico Pau dedicato ad Aquilino Cannas ha inaugurato ieri «Traghetti di poesia»


L’omaggio a un cantore ironico e appassionato dalla parte dei vinti e degli oppressi


VALENTINA CAREDDU

CAGLIARI. «Noi sardi siamo dei vinti, ma non convinti...»: così scriveva Aquilino Cannas, poeta cagliaritano scomparso a 91 anni nel 2005, quasi a segnare con un anatema la forza e la tenacia dei sardi. Quel popolo che nei suoi versi appare a testa alta.
E che non rinuncia a combattere e non si stanca di lottare. Ed è proprio al ricordo del cantore di una Cagliari popolare e vitale ormai scomparsa, autore di «Arreula» e di «Le bianche colline di Karel», che «Traghetti di Poesia», festival internazionale diretto dal poeta milanese Guido Oldani, organizzato dalla provincia con il patrocinio del Comune, ha voluto dedicare ieri la giornata di apertura. I tratti dell’uomo e poeta rivivono attraverso le immagini del documentario «L’anatema di Aquilino» Cannas (2002) che il regista Enrico Pau gli ha riservato prima della sua scomparsa, in cui emergono i temi della sua opera. Primi piani di un volto espressivo - a tratti commosso e commovente allo stesso tempo - ancora capace di raccontare attraverso la lettura delle sue poesie temi come la morte, l’amore, l’inquietudine della vita. Tematiche che si fondono nella poetica di Aquilino Cannas con la Sardegna e Cagliari, città d’origine, descritta attraverso quartieri popolari come la Marina e Villanova, di cui amava rievocarne odori e colori, popolati da personaggi semplici e schietti. Come quelli che animano le liriche de su muttetus in limba, in cui l’autore non risparmia battute e sberleffi, rivissuti ieri a «Traghetti di Poesia» per voce dell’attore teatrale Massimiliano Medda.
Ma non solo: «Cannas è stato uno dei più grandi poeti civili - ha affermato il regista Enrico Pau - autore di una poesia non autoreferenziale in cui i temi della Sardegna e della difesa dell’Isola si affiancano a quelli più classici». Così la sua ironia, per bocca dei compari, degli oppressi e dei vinti si rivolge tagliente verso quella classe politica responsabile del governo cittadino e locale: basti pensare all’accorata difesa dello stagno di Santa Gilla di Oristano, al suo interesse per temi di straordinaria attualità come la salvaguardia del patrimonio artistico e la critica all’inquinamento.
«L’Anatema di Aquilino» diventa quasi un testamento morale di uno dei più grandi cantori sardi, di un poeta poliedrico e verace, che trova espressione nella lingua kalaritana.
Dopo aver ospitato - nei due cicli di novembre e febbraio - nomi del calibro di Patrizia Valduga, Maria Luisa Spaziani, Elio Pecora, Fuad Rifka, sempre nella stessa location (lo spazio Search nel il sottopiano del Palazzo Civico nel Largo Carlo Felice), la serata di ieri ha dato spazio ai versi di Maria Cristina Biggio, Franco Buffoni e Francisco D’Asiz Fernandez. Questa sera seconda giornata con «Le Antologie» di Giancarlo Pontiggia e, a seguire, Gian Gavino Iride, Gavino Angius, Sabina Messeg, Elena Liliana Popescu. La terza tranche del festival si concluderà con una serata tributo, giovedì 15 aprile, dedicata al ritorno a Cagliari, del poeta dialettale sardo - genovese-milanese Franco Loi cui sarà dato il riconoscimento di “ambasciatore della poesia nel mondo”.