Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una scuola di trucco in Sardegna

Fonte: L'Unione Sarda
12 aprile 2010

Incontri. Walter Cossu, di Sorso, grande truccatore del cinema italiano, si racconta
Cognome inequivocabilmente sardo: Cossu. Nome: Walter. Già sentito e soprattutto letto, per chi ha l'abitudine di sfrucugliare nei titoli di coda. Poi un rapido controllo su Internet per avere certezza del sospetto: Walter Cossu è sardo, nato a Sorso 66 anni fa, ed è uno dei valori aggiunti nel film I bambini della sua vita di Marcias. Che l'ha scelto non solo per le radici isolane ma per la sua caratura professionale nel campo del trucco cinematografico. Una di quelle specializzazioni che non si sentono ma si vedono. Curriculum sterminato, circa 150 film, primo lavoro Il giudizio universale di De Sica e poi cinquant'anni di soddisfazioni in giro per il mondo con i grandi del cinema, registi e attori. «Più grandi sono, più hanno rispetto. Ricordo Henry Fonda, si sedeva tranquillo e poi mi diceva grazie». Modesto e affabile, Cossu racconta dei suoi primi cinque anni a Sorso, che l'hanno marchiato a vita come sardo. «Non so spiegarmelo ma quando torno nell'Isola, l'odore di questa terra mi fa star bene. tanto che ho comprato casa a Orosei». A Roma ha seguito la madre, che lavorava nel cinema come parrucchiera, e lui a 16 ha scoperto la passione per il trucco, trasformandolo in un lavoro. «Un artigianato di qualità, costruito con le mani film dopo film». I ricordi si susseguono rapidi: suo è il trucco del Fantomas di Chabrol, di Cronaca di una morte annunciata di Rosi, Nuovomondo di Crialese, della serie tv La Bella Otero , Puccini e di Madre Teresa , «dove Olivia Hussey aveva un naso finto per tutto il film che non la faceva respirare per via del caldo afoso». Ha vent'anni di Bagaglino in tv («tutto in diretta, trucco in 5 minuti per trasformare il personaggio»), ha fatto anche l'ultimo film di Van Damme («mi hanno pagato bene ma il giorno dopo mi sono dimenticato di tutto»), La vita è bella di Benigni «ma è stata una lavorazione tranquilla, normale, invece ricordo quelle che mi hanno lasciato un segno, perché il cinema è l'incontro fra persone che si scambiano un'esperienza umana». Oltre a dare ciascuno un pizzico della propria creatività e del proprio talento. «Il trucco nel cinema non è far bello un personaggio ma è crearne il carattere: questa è la mia sfida. I truccatori devono fare la cosa più realistica possibile nella maniera più finta. Adesso con le nuove tecnologie tutto è più difficile, la sensibilità della pellicola ti costringe alla perfezione se non vuoi che il tuo trucco sia insufficiente. E poi dobbiamo star dietro agli americani, che per far certe cose hanno i soldi e noi no». Da sardo ha un sogno: creare in Sardegna una scuola di trucco cinematografico. «Una cosa seria, qui ci sono le capacità artigianali su cui puntare. Il progetto mi interessa molto, mi darò da fare». ( s.n. )

10/04/2010