Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ora i cittadini si ribellano: «La nuova piazzetta Maxia è una porcata di cemento»

Fonte: La Nuova Sardegna
12 aprile 2010

DOMENICA, 11 APRILE 2010


Lettera-appello del comitato di quartiere al sindaco: «Per favore, faccia ripiantare almeno gli alberi»


Delle 50 iacarande del vecchio spazio ne resteranno nove

MAURO LISSIA
CAGLIARI. La nuova piazzetta Maxia progettata dall’amministrazione Floris è candidata all’oscar dell’opera pubblica più brutta del decennio. Presto potrebbe essere superata dal parco della musica, fra il teatro comunale e il T-Hotel. Ma nel frattempo il comitato spontaneo nato fra gli abitanti del quartiere boccia con amarezza la nuova performance architettonica del comune con definizioni forti: la piazza degli orrori, la fossa Maxia, la porcata Maxia, il muro del pianto... nostro.
Difficile dare torto a questo gruppo di cagliaritani inferociti eppure ancora pacati nei termini della protesta, almeno in rapporto allo scempio realizzato dal comune: quanto ormai appare nello spazio alla fine di via Scano, dove si trovavano innocui alberi e discrete panchine, rappresenta alla perfezione il gusto degli amministratori comunali: comunque cemento, prima di tutto cemento. Gusto che emerge nel sostegno all’edificazione di Tuvixeddu e al progetto di ‘riqualificazione’ del centro storico, dove si dovrà costruire anche fra gli spazi rimasti liberi tra i palazzi.
Scrive il comitato in una lettera-appello al sindaco: «Un improvvido progetto, pretenziosamente titolato ‘la via dei fiori’, predisposto sulla base di un cospicuo finanziamento, ha sortito lo sgradevole effetto non di valorizzare ma di cancellare la piazza, il luogo dell’incontro e del ritrovo». La piazza risulta «degradata da polmone verde a sgraziata e irreparabile fossa cementizia». Dove vivevano cinquanta iacarande ora trionfa il cemento pubblico: «Gli alberi - scrivono i membri del comitato - sono stati sradicati, il declivio morfologico della piazza è stato drasticamente portato in piano con profondi lavori di escavazione e sono state introdotte pareti di contenimento in calcestruzzo armato, alte anche quattro metri».
Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è terrificante: «Una fossa, una vasca, un bunker, un’opera di cementificazione gratuita e in eccesso, che nessun arredo verde sarà mai in grado di occultare o mitigare» scrive il comitato. Di cinquanta che erano, solo nove iacarande «sono state ripiantate lungo il marciapiede e l’area d’uso della piazza - è scritto ancora nella lettera - è stata sostanzialmente annullata da un gioco geometrico di aiuole fitte e ricorrenti, che non lasciano spazio alla vivibilità del luogo pubblico». D’estate - osserva il comitato - il polmone verde diventerà «un catino infuocato». Un po’ come piazzetta Savoia, da anni trasformata in una vasca jacuzzi.
Non solo critiche nella nota indirizzata al sindaco, uomo che notoriamente adora il rombo delle betoniere: «Ci appelliamo alla sua sensibilità - scrive il comitato - perchè vengano apportati al progetto alcuni correttivi, con la rimessa a dimora di un numero maggiore di iacarande, che contribuiscano a riconfigurare e rivitalizzare la piazza». Segue un elenco, trasmesso all’ufficio tecnico comunale.