Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cassa integrazione per 195 dipendenti della Cict di Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
27 giugno 2008

la crisi Firmato ieri l'accordo


La brutta notizia, alla fine, è arrivata: per i lavoratori del porto canale è scattata la cassa integrazione. La crisi dello scalo cagliaritano è stata ufficializzata ieri durante un incontro fra i vertici della Contship, la casa madre di Cict (società che gestisce il porto di Cagliari) e i sindacati. Il risultato della riunione è un provvedimento che sarà applicato, per dodici mesi, su 195 dipendenti dell'azienda. A trentuno di loro sarà data la possibilità di spostarsi negli altri terminal del gruppo (si parla soprattutto di Brema e Gioia Tauro).
L'INTESA Nel corso dell'incontro, organizzato nella sede cagliaritana della Confindustria, Contship ha precisato, in una nota, che la crisi del terminal «è determinata unicamente da ragioni di mercato e si è preso atto che sarà necessario ancora del tempo per l'auspicata conclusione delle trattative commerciali avviate con il ristretto numero di grandi operatori che movimentano una quantità di contenitori interessante per un terminal come quello di Cagliari».
Le trattative di cui parla il comunicato sono state avviate subito dopo l'annuncio da parte di Maersk (unico cliente di Cict, nonché suo azionista al 27%) di tagliare i collegamenti da Cagliari. Secondo alcune indiscrezioni, la compagnia di navigazione francese Cma-Cgm potrebbe essere interessata a fare del porto canale lo snodo dei suoi traffici. La conclusione dell'intesa, però, è ancora in alto mare.
LA CRISI Un fatto è certo: l'addio di Maersk ha pesato sui conti di Contship, determinando l'avvio della cassa integrazione. Non a caso, nel verbale di accordo siglato ieri, la società ha assicurato un appianamento delle perdite («circa 6 milioni di euro») attraverso un'iniezione di capitali dagli azionisti. L'obiettivo, messo nero su bianco in una nota, è chiaro: «Contship Italia, d'intesa con gli attuali soci, ritiene di dover salvaguardare ogni residua risorsa finanziaria e le risorse umane a favore della ripresa produttiva».
I COMMENTI Divisi i giudizi dei sindacalisti. Ottimista Sandro Bianco, leader della Cgil trasporti: «Si tratta di una cassa integrazione per il rilancio del porto, non per un suo addio definitivo. Va in questa direzione», continua Bianco, «la ricapitalizzazione della società: un'operazione che sarebbe impraticabile da un'impresa intenzionata a chiudere». Di parere opposto Pierfranco Meloni, segretario regionale della Uiltrasporti: «Per errori da imputare principalmente alla Regione, abbiamo assistito all'ultimo atto del porto canale: la politica, in questa partita, è stata matrigna, miope e incapace».
LANFRANCO OLIVIERI

27/06/2008