Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«La chiesa? Tutti evasori Ici»

Fonte: La Nuova Sardegna
12 aprile 2010

DOMENICA, 11 APRILE 2010


Il Pd comunale: irregolarità non più ammissibili


Non pagano nemmeno le strutture costruite su terreno demaniale Ancora ritardi per le aree edificabili

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Sono diverse decine gli immobili della chiesa esistenti in città e che non sono luoghi di culto: due pagine e mezzo di elenco. E fin qui tutto normale. Solo che su questi immobili le strutture ecclesiastiche non pagano l’Ici.
«In una situazione di restringimenti continui da parte dei trasferimenti dello Stato centrale e della Regione - commenta Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comunale - si tratta di perdite che pesano». In pratica la chiesa ha esteso il non pagamento dell’Ici relativo ai luoghi di culto, anche agli altri edifici. E ha giustificato questo comportamento col fatto che si tratta di immobili, spesso funzionali alle opere di culto. «Ma questo non è affatto vero, ad esclusione dei locali che possono essere considerati come delle prime case - commenta Depau - gli altri caseggiati sono utilizzati con tante funzioni. Facciamo il caso dell’edificio del Sacro Cuore, attualmente in affitto al Comune, che lo utilizza come caseggiato scolastico. Bene, l’amministrazione municipale paga ogni anno sessantamila euro d’affitto. Il che significa che i proprietari ricavano un reddito, ma su questo immobile non pagano l’Ici».
Da parte degli uffici comunali, vi sono stati dei solleciti per, «ma non si è ottenuto niente». Diverse delle strutture di cui si compone la chiesa (intesa come ente secolare) hanno anche fatto ricorso: otto alla commissione tributaria provinciale, cinque a quella regionale. La Congregazione delle figlie di San Giuseppe, ad esempio, nel 2002 si è opposta alla richiesta del Comune di un pagamento-Ici per ventottomila euro. Tra gli altri la Congregazione missionaria delle figlie di Gesù Cristo, l’Istituto dell’infanzia del Bambin Gesù e quello missionario Don Bosco. «Va anche detto - precisa Depau - che vi sono varie città d’Italia dove risulta che l’Ici venga pagato, come Assisi».
Il problema del non pagamento di questo tipo di tassa, però, riguarda anche tipologie diverse, come le costruzioni che insistono sulle aree demaniali: non versano quasi tutti gli stabilimenti balneari, salve rare eccezioni. Prima la giustificazione era che i gestori, formalmente, non ne erano i proprietari. Poi, dopo la Finanziaria del 2001, anche queste strutture sno state inserite tra coloro che devono assolvere all’Ici. Ma questo non avviene «perchè non sono state accatastate», afferma Depau. Mentre per gli stabilimenti balneari militari, si dice che hanno un ruolo istituzionale. «Giustificazioni commenta Depau - poco sostenibili. Col risultato che le casse comunali vengono ulteriormente penalizzate».
In ultimo ci sono le aree edificabili. «Su questo punto l’amministrazione - sottolinea Depau - sta adottando una serie di atti, pur con grande ritardo rispetto alla delibera del 2002 che indicava la determinanzione di valori delle varie sone eficabili. Occorrre accelerare».