Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Poche le donne nei posti che contano Cambiamo rotta»

Fonte: L'Unione Sarda
9 aprile 2010

La lotta di Chicca Olivetti

La parità tra uomini e donne è una questione di numeri, 50 e 50 per l'esattezza. Ne è convinta Chicca Olivetti, esperta di comunicazione (Cassiopea, la società che ha creato, annovera importanti gruppi italiani tra i suoi clienti) ma soprattutto fondatrice del gruppo “Metà di tutto, 65 sì, ma con onori ed oneri”, nato per sensibilizzare le persone sulle distanze che le donne devono ancora percorrere per accedere alle cariche istituzionali e ai posti di responsabilità, per ottenere un welfare plasmato sui loro bisogni. In poco tempo l'iniziativa ha oltrepassato le maglie del virtuale (un blog e un cliccattissimo spazio su Facebook) per approdare al reale con una serie di incontri partecipati che si tengono in tutta Italia.
L'INCONTRO Così la signora Olivetti sarà a Cagliari domani (sabato) per prendere parte a un dibattito organizzato alle 17 nell'aula magna del Liceo Socio pedagogico Eleonora D'Arborea. Con lei Elvira Lembo, coordinatrice sarda del gruppo “Metà di tutto” e Alessia Usuelli che si occupa delle iniziative sul territorio. La questione del prolungamento dell'età pensionabile a 65 anche per le lavoratrici è solo uno degli argomenti. Infatti la posta che questa elegante signora milanese mette in gioco è ben più ambiziosa. Chicca Olivetti non ha dubbi in proposito: «Fino a quando le donne non saranno presenti al 50 per cento nei consigli d'amministrazione delle aziende, nella politica, alla guida dei giornali, insomma fino a quando non avranno pieno accesso ai luoghi del potere, non si potrà parlare di vera parità».
IL DIVARIO Ancora una volta sono i numeri che snocciola a dare il senso del divario che in Italia, al sud più che mai, separa le donne dai posti che contano veramente: «Solo il 6,2 per cento delle donne siede nei consigli di amministrazione aziendali ma il dato reale, al netto di figlie, mogli e parenti di qualcuno che conta, è il 3 per cento. I rettori donna negli atenei italiani sono solo cinque, due le direttrici di quotidiani e in parlamento la percentuale di senatrici e deputate è ancora troppo bassa. Eppure noi studiamo di più, ci impegniamo di più». E nella vita di tutti i giorni il peso dell'assenza di un potere al femminile è enorme: «Un esempio per tutti: il trattato di Lisbona prevede che entro quest'anno al 33 per cento dei bimbi europei da zero a tre anni venga assegnato un posto all'asilo, qui in Italia la percentuale si attesta solo al 19,5%. Un dato che spiega perché, dopo il primo figlio, in molte escono dal mondo del lavoro».
CARLA ETZO

09/04/2010