Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Conti pubblici, buco di 4-5 miliardi

Fonte: La Nuova Sardegna
9 aprile 2010

VENERDÌ, 09 APRILE 2010

Pagina 12 - Attualità


Il ministro Tremonti smentisce l’ipotesi di una manovra correttiva

VINDICE LECIS

ROMA. C’è un buco nei conti pubblici di 4-5 miliardi, al punto che il governo ha accarezzato l’idea di varare una manovra per recuperare le risorse necessarie per le spese correnti. L’esigenza della manovra sarebbe arrivata dallo stesso Silvio Berlusconi nel corso di una riunione di partito ma poi smentita da Giulio Tremonti. Si farà, ha spiegato il ministro, ma nel 2011. La manovra-bis ipotizzata dal governo a copertura delle spese correnti (contratti, missioni all’estero, etc) potrebbe essere sostenuta da nuovi tagli per circa 6 miliardi agli enti locali, alle Regioni e ai ministeri, già previsti dalla Finanziaria precedente. Di fronte all’altalena di notizie sulla tenuta dei conti pubblici, l’opposizione ha chiesto a Tremonti di riferire in Parlamento.
La notizia arriva nel giorno in cui l’Istat comunica che negli ultimi vent’anni le famiglie italiane non sono mai state così povere. Nel 2009, certifica l’Istituto di statistica, il reddito disponibile reale è diminuito del 2,8% rispetto all’anno precedente. Si tratta della contrazione più ampia dagli anni Novanta al pari del crollo del 14% della propensione al risparmio. Anche le società non finanziarie hanno visto la quota di profitto precipitare ai minimi da quando esistono le serie storiche dell’istituto di statistica.
Nel 2009 il calo del reddito nominale (-2,8% rispetto al 2008 e -0,2% rispetto al trimestre ottobre 2008-settembre 2009) si è intrecciato alla contrazione del reddito reale: il potere d’acquisto delle famiglie lo scorso anno ha segnato un -2,6% rispetto all’anno precedente e un -0,2% rispetto al trimestre precedente. I consumi si sono ridotti dell’1,9% su base annua e dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Ai minimi storici anche la propensione al risparmio, scesa nell’ultimo trimestre del 2009 al 14%, lo stesso livello del trimestre precedente, ma 0,7 punti percentuali in meno rispetto al 2008. Prosegue inoltre la flessione del tasso di investimento delle famiglie, sceso all’8,8% (-0,2 punti percentuali su base mensile e -0,7 punti su base annua) a causa di una riduzione degli investimenti (-2,2%) ben superiore a quella del reddito disponibile.
Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, contesta chi sottovaluta le ripercussioni della recessione sull’economia reale: l’Italia non è fuori dalla crisi, afferma, perchè «purtroppo, essendo precipitati molto, la risalita è praticamente invisibile e quindi, come tale, è davvero una fase che si prolungherà. Tanto più se il governo non fa nulla». Secondo Epifani, il 2010 sarà un anno pesantissimo per l’occupazione e il 2011 pure. «Non vorrei che ne uscissimo con un Paese più povero nella sua base manifatturiera - ha aggiunto - che poi si trascina anche una parte dei servizi». Questi dati sono la gravissima dimostrazione del fatto che la situazione in cui versa il Paese è ben diversa da quella continuamente invocata dal ’partito degli ottimisti’, hanno commentato Adusbef e Federconsumatori, tornando a chiedere misure a sostegno della domanda. Secondo Confesercenti, l’affanno con cui le famiglie convivono con la crisi è «preoccupante, e serve una terapia d’urgenza che comprenda meno tasse e, a copertura, un taglio coraggioso delle spese e degli sprechi».