Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La prima Chinatown è stata in piazza Savoia

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2010

La curiosità Immigrati arrivati dopo il 1918


La multietnicità è nel dna della Marina. Normale che sia così visto che è il quartiere che si affaccia sul porto. Gli stranieri approdati in città finivano inesorabilmente in quei vicoli. Anche la prima comunità cinese di Cagliari mise radici proprio alla Marina. Piazza Savoia (che allora si chiamava Funtana Noa , Fontana nuova) divenne, nel primo Dopoguerra, una sorta di Chinatown. A farla nascere fu Chow Kanghsiatsu, giovane cinese arrivato in Europa dalla provincia di Zheijang: fu convinto dai francesi, insieme ad altri cinesi e vietnamiti, a venire nel Vecchio continente per scavare le trincee in vista del conflitto mondiale, con la promessa che gli sarebbe stato dato un appezzamento di terra.
Alla fine della guerra, invece, Chow ricevette solo un premio in denaro: si trasferì a Milano prima di approdare, senza alcuna ragione particolare, a Cagliari. Dopo aver lavorato come ambulante, decise di tornare in patria a morire. Sembrava un legame interrotto. Ma, con l'avvio della dittatutra, il figlio, Chow Chu Son, venne preso di mira dalle autorità e decise di lasciare la Cina. Per andare dove? A Cagliari dove, comunque, avrebbe potuto fare affidamento sulle conoscenze fatte dal padre nella sua permanenza nell'Isola. Insieme a lui, partirono altri nove cinesi. Anche loro, seguirono le orme del loro predecessore: prima di arrivare in Sardegna si fermarono a Milano. E lì Chow Chu imparò a lavorare la pelle e realizzare cravatte.
Chow Chu Son e i suoi connazionali si ambientarono in tempi brevissimi. Fu anche coinvolto nei bombardamenti su Cagliari e, insieme ai suoi nuovi concittadini, visse il dramma dello sfollamento. Ma, una volta tornati in città, proseguì la loro integrazione: Chow Chu Son cominciò a frequentare le suore di San Giuseppe in via Ospedale e finì con l'abbandonare il confucianesimo per convertirsi al cattolicesimo: cambiò anche nome diventando Luigi Chow.
Da lì, una nuova generazione anche se in tanti si trasferirono in altre città d'Italia. Rimasero in città due famiglie, Chow e King. In tanti sono convinti che il negozio di via Dante Master King avesse quel nome perché mutuato dall'inglese. In realtà, King indicava, invece, il nome del proprietario. E ora i cinesi di Cagliari sono arrivati alla quarta generazione. Con un solo piccolo cruccio: tutti conoscono il sardo ma non hanno imparato una sola parola di cinese. ( mar.co. )

07/04/2010