Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comuni liberi di decidere il calendario

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2010

La legge regionale


In principio fu la legge regionale 5 del 2006, quella voluta dalla giunta di Renato Soru: tutti i negozi dovevano osservare la chiusura obbligatoria del 1° gennaio, Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 15 agosto, 25 e 26 dicembre. Per le altre domeniche e i giorni festivi la regola era la chiusura, ma ogni Comune aveva la possibilità di derogare con un'ordinanza ad hoc. Cosa che quasi tutti i municipi, compreso quello di Cagliari, hanno fatto.
Il 22 gennaio la legge regionale numero 3 ha modificato la vecchia normativa, abrogando il sesto comma dell'articolo 5. È scomparso così l'obbligo di «chiusura inderogabile». Ai Comuni è rimasta piena libertà di stabilire quando e chi deve chiudere o aprire.
A Cagliari, da marzo è in vigore l'ordinanza firmata dall'assessore alle Attività produttive Paolo Carta e dal sindaco Emilio Floris. Un documento basato su un «tavolo di concertazione» del novembre 2008, a cui hanno partecipato associazioni di categoria e sindacati.
Tutte le attività commerciali dovranno chiudere per il Capodanno, Pasqua, Natale e Santo Stefano. Gli esercizi di vendita al dettaglio, insieme alla Rinascente e l'Upim di via Dante, possono aprire durante tutto il mese di dicembre e nelle giornate domenicali e festive. Le medie strutture «a prevalenza alimentare» invece, potranno aprire dalle 8 alle 14 di domenica e durante le feste. Per le grandi strutture, divieto di apertura per Epifania, Pasquetta, Primo maggio, Ferragosto, terza domenica di febbraio, marzo e ottobre.

07/04/2010