Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Provinciali, mezzogiorno di fuoco

Fonte: La Nuova Sardegna
7 aprile 2010

MERCOLEDÌ, 07 APRILE 2010

Pagina 1 - Cagliari 



I vertici decisivi delle due coalizioni di centrodestra e di centrosinistra



Oggi Massidda forse incoronato Più difficoltà per Milia appoggiato dal Pd ma avversato da Idv e Prc

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Oggi dovrebbe essere il giorno decisivo. Finora la scelta del nome del candidato alla presidenza della Provincia ha scatenato problemi sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Oggi, in mattinata, si riuniscono i tavoli delle coalizioni dei due schieramenti.
Nel centrodestra, in cui la Provincia spetta al Pdl, erano partiti in due: l’assessore comunale Giuseppe Farris e il senatore Piergiorgio Massidda. Poi a Roma ci fu un incontro «galeotto» che fece scoppiare l’amore tra il Silvio nazionale e il Piergiorgio nostrano. Ma il «romanzo cavalleresco» che lo produsse non fu un libro, bensì una cena conviviale tra Berlusconi e i suoi senatori. In quell’occasione, un collega di Massidda fece sapere al leader che il cagliaritano avrebbe gradito fare il presidente della Provincia. Allora Silvio chiese conferma all’interessato. Poi diede il suo assenso-bacio che, secondo le regole dell’amor cortese di Arcore, rappresenta una vera e propria investitura.
A quel punto Farris ha rinunciato. Ma arrivati al momento finale, a pochi giorni della ratifica nel tavolo della coalizione di centrodestra, è comparso - inaspettato - un altro pretendente: Emilio Floris. Il sindaco ha messo sul piatto il suo peso di ex pretendente, già tradito dal Silvio con Ugo per la presidenza della Regione, complice l’albero genealogico, anche questo «galeotto», di Cappellacci, Ugo appunto. Ma alla fine e dopo aver fatto sentire il suo peso, Floris è stato cavalleresco: forse incassando un altro credito, certamente impedendo uno scontro a due che avrebbe indebolito il centrodestra. A questo punto la scelta dovrebbe essere su un solo pretendente: Massidda.
Nel centrosinistra, invece, non c’è stato alcun «galeotto» cupido d’amore. Tutt’altro: tra il Pd e gli alleati Idv e Prc sembra che qualcuno abbia «sollevato la bocca dal fiero pasto». Ma non si capisce chi sia oggi il conte Ugolino e chi l’arcivescovo Ruggieri, cioè chi abbia tradito e chi divorato i propri. La storia racconta che sino a pochi giorni fa c’era in corsa un solo candidato: il presidente uscente della Provincia Graziano Milia. Ma la settimana scorsa. in un incontro della coalizione, l’Idv (Federico Palomba) e il Prc (Gianni Fresu) hanno precisato che la presentazione di Milia per le primarie sarebbe stata inopportuna. E questo perchè l’uscente è stato recentemente condannato in appello per abuso d’ufficio a un anno e quattro mesi (mentre era stato assolto in primo grado), per un fatto legato al periodo in cui era sindaco di Quartu. Nei calcoli della coalizione, la poltrona della Provincia spetta al Pd, ma se vi fossero altri candidati dei partiti alleati, oppure qualcuno che presentasse almeno 2.500 firme sul suo nome, sarebbero obbligatorie le primarie. Su Milia adesso c’è il veto di Idv e Prc. Mentre Silvio Lai nella direzione del Pd ha detto che non si accettano diktat. Oggi il tavolo della coalizione esaminerà il caso-Cagliari. Per il momento le posizioni sono reciprocamente ferme.