La festa. Poche trattorie aperte alla Marina. Chi ha lavorato: «Abbiamo dovuto lasciare fuori molti clienti»
Affari magri per i chioschi acausa del troppo vento.Musei vuoti domenica e ieri
Il pienone, come previsto, è stato registrato, ma solo nei ristoranti che il lunedì di Pasquetta hanno deciso di lavorare. Molto pochi, a sentire i proprietari dei locali della Marina, che si son visti costretti a rifiutare centinaia di prenotazioni. Così, mentre tanti cagliaritani hanno preferito, come da tradizione, andare fuori città, chi è rimasto si è imbattuto nei turisti spaesati nelle strade deserte del centro, in cerca di una trattoria aperta difficile da trovare. La città si è rianimata solo in serata, in corrispondenza del contro esodo. «Sono arrabbiato - ha detto Luigi Dedoni della trattoria “Su Cumbidu” in via Napoli - in due giorni ho fatto settecento coperti ma ho dovuto dire no a mille persone. Alla fine ho fatto appendere un cartello fuori, “non si accettano più prenotazioni” ». Le previsioni davano pochi turisti in città, complice il taglio di alcuni voli low cost annunciato da Sogaer. «C'erano eccome - ha continuato il proprietario de “Su Cumbidu”, che per l'occasione ha ideato un menù fisso da trenta euro a base di carne - ho riservato loro il 20 per cento dei tavoli, ma ne ho dovuto lasciar fuori molti altri. La verità è che l'ottanta per cento dei ristoratori della Marina non ha aperto, così abbiamo avuto difficoltà a servire i clienti». Vedere per credere, ha aggiunto. E difatti, da un giro rapido per le vie strette del quartiere più “vissuto” dagli stranieri, si scopre che in vacanza sono andati anche molti ristoratori, più o meno quotati, in via Napoli, via Barcellona, via Sardegna. Chi ha ha tenuto aperto, ovviamente, ha fatto il tutto esaurito. «Sono stati due giorni di super la ha detto Andrea Serra della trattoria “Il Corallo”, l'indicazione con tanto di menù in bella vista già in via Roma, «son venuti un sacco di turisti, spagnoli, inglesi, francesi». Quanto al menù, «non era fisso, ce la si poteva cavare con 25, 30 euro, mentre come piatto forte c'erano gli spaghetti con i ricci». Un dato aveva sorpreso più degli altri tra le previsioni annunciate venerdì da Confcommercio Cagliari: il 96 per cento delle attività operative nei giorni di Pasqua e Pasquetta, per un totale di 1.200 esercizi aperti. Un dato evidentemente disatteso, almeno alla Marina, quartiere che da solo raggruppa la maggior parte delle trattorie cagliaritane. Lo stesso studio avvertiva dell'intenzione, causa crisi, di trascorrere le festività in casa. Per lo stesso principio quasi tutti i ristoranti avrebbero dovuto aprire, e così non è stato.
I CHIOSCHI del Poetto erano tutti aperti, ma il vento forte ha rovinato gli affari dei gestori, domenica e soprattutto ieri. «Abbiamo guadagnato di più l'altro fine settimana», ha detto un cameriere della Sella del diavolo, baretto che pure rimane riparato come gli altri delle prime fermate. Così, oltrepassato il Twist dove i tavoli erano pieni ma solo dentro il gazebo (anche il suo gestore, Maurizio Marongiu, ha dato la colpa al vento), gli altri chioschi del lungomare erano tutti aperti. Ma vuoti. Neanche i musei aperti hanno registrato il boom di presenze. A Pasquetta è andata meglio che a Pasqua. Si poteva scegliere, sempre alla Cittadella dei Musei, tra la Pinacoteca nazionale e il Museo archeologico. Alle 17 di ieri i visitatori registrati erano, tra tutte e due le esposizioni, 445. Pochissimi gli stranieri. Molti meno il giorno di Pasqua (181), ma gli stranieri in questo caso raggiungevano la metà. ¦ R. M.