Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Su scravamentu”, fede e tradizione

Fonte: L'Unione Sarda
6 aprile 2010

Ieri appuntamento in Cattedrale, poi la processione di ritorno verso Villanova

Settimana santa al termine, tra veglie pasquali e riti popolari

In Duomo l'arcivescovo Mani ha amministrato a cinque adulti i sacramenti dell'iniziazione cristiana: battesimo, cresima e comunione.
Dal silenzio del lutto alla gioia della resurrezione. Per i cristiani il sabato santo è stato scandito dall'attesa della veglia pasquale, una attesa vivacizzata dai riti della pietà popolare, che ha rinnovato tradizioni plurisecolari. Di mattina immancabile appuntamento in Cattedrale per “Su scravamentu” (curato dall'arciconfraternita della Solitudine). Presente l'arcivescovo, monsignor Giuseppe Mani, al settecentesco Cristo ligneo, dono della casa reale spagnola all'arciconfraternita, sono stati tolti i chiodi ed è stato deposto in una lettiga, “sa lettera”. Gesti che si tramandano di padre in figlio seguendo antichi rituali spagnoli, come conferma la parola “su scravamentu”, che deriva dal termine iberico “desclavamento” (schiodamento). È stata ancora una volta la fede a ritmare questo appuntamento, come pure quello, identico, svoltosi nella parrocchia di San Lucifero e curato dall'arciconfraternita del Santissimo Crocifisso.
IL RITORNO Le processioni di ritorno sono sempre due: una si è snodata da piazza San Giacomo verso San Lucifero, l'altra da San Giovanni sino al duomo. Entrambe con un unico compito: riprendere il Cristo e riportarlo, la prima, all'oratorio di piazza San Giacomo e la seconda alla chiesa di San Giovanni. Di grande suggestione quest'ultima che ha visto il simulacro dell'Addolorata nel pomeriggio lasciare Villanova e dirigersi in Castello. Un ritorno che si deve svolgere entro il tramonto, perché, secondo una antica tradizione, se così non fosse la statua del Cristo diventerebbe di proprietà del duomo. Ancora una grande partecipazione popolare ha scandito anche questo momento della “pietas”.
LA VEGLIA PASQUALE Nella tarda serata è stato il momento della liturgia con la veglia pasquale, «la madre di tutte le sante veglie», come la definiva sant'Agostino. Chiese gremite dovunque: il rito è incominciato con la benedizione del fuoco e del cero pasquale, seguito dall'annuncio della Pasqua. È seguita poi la lunga liturgia della parola e quella battesimale con la benedizione dell'acqua lustrale (in Duomo l'arcivescovo Giuseppe Mani ha amministrato a cinque adulti i sacramenti dell'iniziazione cristiana: battesimo, cresima e prima comunione). La rinnovazione delle promesse battesimali ha chiuso questa parte aprendo poi la liturgia eucaristica.
ALESSANDRO ATZERI

04/04/2010