Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al Vittoriano, nell'officina di Albino Manca

Fonte: L'Unione Sarda
31 marzo 2010



Un luogo prestigioso, il Complesso del Vittoriano di Roma (l'Altare della Patria) per una mostra antologica che ripercorre per la prima volta il cammino artistico dello scultore Albino Manca, nato a Tertenia nel 1898 e morto a New York nel 1976. Un centinaio di opere tra sculture, objets d'art, dipinti, stampe, medaglie e disegni, per far emergere la personalità e l'arte di un uomo che visse due momenti significativi della storia novecentesca, il ventennio fascista e il New deal.
“L'officina di uno scultore, dal mito di Roma al sogno americano”, il titolo dell'esposizione che da stasera alle 18 al 2 maggio, per un mese, occuperà la Sala Zanardelli di piazza Ara Coeli. La mostra è organizzata dalla Fasi, (Federazione Associazioni Sarde Italia), e dal circolo Quattro Mori di Ostia con “Comunicare Organizzando” di Alessandro Nicosia. Patrocinio di Regione Sardegna (assessorato al Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, assessorato alla cultura), Comuni di Roma (assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione), Cagliari, Tertenia, Provincia Ogliastra. Curano la mostra le storiche dell'arte Giuliana Altea e Caterina Virdis.
IL PERCORSO Formatosi a Roma nel cantiere del Vittoriano e all'Istituto di Belle Arti, sotto la guida di Ettore Ferrari, Angelo Zanelli e Pietro Canonica, Albino Manca (parte delle cui opere grazie al lascito testamentario sono conservate al museo Civico di Tertenia mentre le più imponenti sono al Battery Park, punta sud di Manhattan) - si segnala dapprima per una serie di ritratti, commissionatigli da esponenti dell'aristocrazia e del bel mondo. Accanto a questo filone, caratterizzato dal gusto novecentista per una limpida sintesi dei volumi, spiccano varie opere di intonazione propagandistica, ispirate alle parole d'ordine del fascismo: dai ritratti di Mussolini alle sculture per il Palazzo della Legione dei Carabinieri di Cagliari (1932). Produzione, questa, interessante per la puntualità con cui riflette i mutamenti del clima politico, dall'intonazione quasi religiosa del fascismo degli inizi alla compassata stabilità del regime.
SOGGETTI ANIMALIER Dopo un primo soggiorno di due anni a New York (1930-32), dove va su invito di Giuseppe Gatti Casazza, potente manager del Metropolitan, Manca - influenzato dallo scultore americano Paul Manship - comincia a dedicarsi alla piccola scultura decorativa di soggetto animalier. Nasce così una ricca produzione di figurine in bronzo, argento e oro di animali esotici o domestici in cui il naturalismo della resa è controbilanciato da una tendenza déco alla stilizzazione. La realizzazione delle sculture di animali assorbe quasi totalmente l'artista, che compie solo saltuarie apparizioni sulla scena espositiva, culminate nella partecipazione alla II Quadriennale del 1935 con il nudo “Fanciulla dormiente”.
ANNI 40 Il secondo periodo vede lo scultore presente in manifestazioni importanti come la New York World's Fair (1939-40) e la mostra dell'Italian Line al Rockefeller Center (1940). Un esordio in grande stile, sotto gli auspici dell'ambasciatore italiano, il principe Ascanio Colonna. A dispetto di questa partenza promettente, lo scultore attraversa momenti di incerta fortuna, durante i quali si dedica alla produzione di gioielli e objets d'art in argento. Realizza inoltre, per una committenza privata, una serie di ritratti e figure ispirati al gusto della middle class statunitense. Nel contempo dà inizio a un'imponente produzione di medaglie.
AMERICAN SCULPTOR Accettato all'interno di importanti associazioni di artisti tradizionalisti, Manca si incammina su una strada che lo avrebbe condotto a divenire da “Italian artist” ad “American sculptor”. Al presidente Roosevelt dedicherà alcuni ritratti che testimoniano il suo coinvolgimento nel clima politico. Del 1963 “The Diving Eagle”, monumento ai caduti in mare eretto nel Battery Park. Suggestivo è anche il “Gate of Life”, l'imponente cancellata del Children's Queens Zoo (1968), fantasioso arabesco in bronzo di gusto animalier. Catalogo della mostra Gangemi, dal lunedì al venerdì 9.30/18.30 - venerdì sabato e domenica 9.30/19.30. Ingresso gratuito, info tel. 06/69202049.

31/03/2010