Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le arciconfraternite protagoniste della Pasqua

Fonte: La Nuova Sardegna
31 marzo 2010

MERCOLEDÌ, 31 MARZO 2010

Pagina 2 - Cagliari

Da domani entrano nel vivo i riti della Settimana santa






MARIO GIRAU
CAGLIARI.Le arciconfratenite completano nella giornata di oggi i preparativi per i riti esterni della settimana santa. Domani, infatti, alle ore 20 muove dalla chiesa di Sant’Anna la prima delle processioni del triduo pasquale cagliaritano che, in cattedrale, viene aperto alle 10 con la “messa del crisma”, celebrata dall’arcivescovo con tutti i sacerdoti della diocesi.
Nella chiesa del santo Cristo (piazza san Giacomo) le consorelle della “SS.Crocifisso” questo pomeriggio (ore 17) vestono la Madonna Addolorata. Gli abiti celesti e rossi indossati dalla Vergine durante la processione dei Misteri sono sostituiti - con un lungo rituale scandito dalla recita del rosario - da quelli del lutto, bianchi e neri. Analoga cerimonia nella chiesa di Sant’Efisio di Stampace (ore 18). Mentre le donne dell’arciconfraternita del Gonfalone “accudiscono” la loro Madonna, i confratelli sono impegnati in due altre operazioni preliminari: sistemazione nella lettiga (“sa lettera”) di un grande simulacro del Cristo Morto e vestizione a lutto di Sant’Efisio. Il martire guerriero nella sera di giovedì santo (ore 20), sarà accompagnato nella visita ai “sepolcri” (is Monumentus) - gli altari della “reposizione” dove viene custodita l’Eucarestia, al termine della messa in coena Domini - allestiti in sette chiese del centro storico. In questo modo “is cunfraris” di Stampace adempiono a un voto, risalente al XVII, di portare il loro patrono vestito a lutto, cimiero compreso, ad adorare il Cristo.
Secondo un anonimo poema in sardo logudorese, questa processione avrebbe origine in un fatto miracoloso: un minaccioso Sant’Efisio sarebbe apparso nel portico Lamarmora (in Castello) a un uomo che intendeva fare strage dei cagliaritani avvelenando le acquasantiere di tutte le chiese cittadine. Era un giovedì santo. Da allora, in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo, l’arciconfraternita porta il santo nelle sette chiese. «Il riferimento - spiega Mauro Dadea, storico della vita dei santi sardi e delle devozioni popolari - è alla nota tradizione pansarda de sas chilcas (le ricerche): la notte del giovedì santo, dopo la messa, in molti centri dell’isola le statue della Vergine dolorosa e delle altre Marie vengono portate in processione notturna di chiesa in chiesa, a rievocare l’angoscia che colse le discepole una vola appresa la notizia dell’arresto di Gesù Cristo».
Secondo il canonico Giovanni Spano, Sant’Efisio anziché convertire l’untore sarebbe apparso direttamente al vicerè Filippo Pallavicino di Saint Remy per avvertirlo di un tentativo di avvelenamento dei pozzi in Castello e quindi prendere le contromisure necessarie.
L’appuntamento più importante di domani, anche per i confratelli, rimane tuttavia la messa «in coena Domini», con il rito della lavanda dei piedi. In cattedrale alle 19, la liturgia sarà presieduta dall’arcivescovo.