Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Fissato il voto sardo, esplode il caso Milia

Fonte: La Nuova Sardegna
31 marzo 2010

MERCOLEDÌ, 31 MARZO 2010

Pagina 4 - Fatto del giorno



Veto degli alleati dopo la condanna, il presidente si ritira. Scontri sulle primarie



Alta tensione al vertice del centrosinistra su regole e candidati

FILIPPO PERETTI
CAGLIARI. Non si sono ancora chiuse le elezioni «italiane» che è già partito il turno della Sardegna: il 30 e il 31 maggio si voterà per le 8 Province e per 176 Comuni, primi fra tutti Sassari e Nuoro. La data è stata fissata ieri mattina dalla giunta regionale all’Asinara. E nel centrosinistra è subito esploso il caso Milia.
La rincorsa del centrodestra. La giunta ha fissato la data cogliendo al balzo la vittoria alle elezioni regionali di domenica e lunedì. E sulla scia del successo berlusconiano, l’esecutivo guidato da Ugo Cappellacci ha affermato che l’appuntamento di fine maggio «costituisce un importante momento di verifica per tutti gli enti locali interessati, soprattutto per le nuove Province che hanno compiuto il loro primo mandato amministrativo». Si voterà in tutte e otto le Province e in 176 Comuni: 30 in provincia di Cagliari, altrettanti in quella di Cagliari, 45 in Provincia di Nuoro e 28 in quella di Oristano, 16 nel Medio Campidano, 13 in Provincia di Olbia-Tempio e 7 a testa in Ogliastra e a in Provincia di Carbonia-Iglesias. L’assessore agli Enti locali, Gabriele Asunis, ha spiegato che il ritardo è stato provocato dagli adempimenti che si sono resi necessari dopo la sentenza del Tar che aveva annullato la precedente ripartizione dei collegi provinciali di Oristano.
Un test politico dopo il voto del 2009. Le amministrative sarde saranno un test politico a sedici mesi dalle elezioni regionali vinte nel 2009 dal centrodestra di Ugo Cappellacci contro il centrosinistra di Renato Soru. E in questa prospettiva, lo sforzo del Pdl di Mariano Delogu (giovedì riprenderanno gli incontri) è quello di tenere unita la litigiosa maggioranza regionale, mentre l’obiettivo del Pd di Silvio Lai (ieri un breve vertice poco sereno, domani la ripresa) è quello di allargare la coalizione. Si partirà dalla vittoria del centrosinistra (7 a 1) nel 2005, anche se alle elezioni regionali del 2009, con gli stessi confini regionali, il centrodestra si era aggiudicato sei collegi (perdendo solo a Sassari e nel Medio Campidano).
I primi ostacoli per il centrosinistra. Ieri nella sede del Pd è ripresa la trattativa, ma il confronto si è arenato quasi subito. Sono stati rivisti alcuni contenuti del regolamento per le primarie di coalizione ed è stato deciso solo chi vuole iscriversi deve farlo entro il 12 aprile. Ma sulle primarie è subito scoppiato il primo problema: non c’è stato accordo né sulla data (si rischia di andare troppo a ridosso della presentazione delle liste) né su come e se tenerle, tanto è vero che il regolamento non è stato approvato (si proverà martedì.
Il «no» dell’Upc di Antonio Satta. Il segretario regionale dell’Upc, Enrico Piras, ha detto che il suo partito non parteciperà alle primarie e non le riconoscerà. Innanzitutto perché «sono una sconfessione della trattativa regionale, una delegittimazione dei gruppi dirigenti dei partiti». E poi perché le primarie rischiano di provocare nuovi scontri interni e ulteriose dissafezione da parte dei cittadini. «Se il tavolo regionale non sarà in grado di decidere e si farà ricorso alle primarie - ha spiegato Piras - noi lasceremo liberi i livelli provinciali di decidere politicamente come fare le alleanze». Anche ieri l’Upc ha chiesto la presidenza della Provincia di Olbia-Tempio per il suo leader nazionale Antonio Satta (attuale vice presidente dell’ente gallurese) e dell’Ogliastra.
Il caso Milia dopo la condanna. Nel tavolo del centrosinistra si è parlato, brevemente ma intensamente, della candidatura del presidente uscente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, condannato di recente a un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio (per una vicenda di quando era sindaco di Quartu). Due settimane fa, dopo le prime obiezioni degli alleati al Pd, Milia si era ricandidato. Ieri contro la sua conferma si sono schierati diversi partiti, in prima fila il Prc (con Gianni Fresu) e l’Idv (con Federico Palomba): la considerano inopportuna e in contrasto con il codice etico dei loro partiti (in quello del Pd e in quello della coalizione l’abuso d’ufficio invece non prevede l’esclusione).
Ma ci sono altri scontri in atto. Sulle candidature il centrosinistra è in difficoltà un po’ dappertutto, con i casi più difficili, oltre quello di Cagliari, a Nuoro (dove una parte del Pd e della coalizione contestano Robertino Deriu) e a Sassari (anche Alessandra Giudici ha non pochi avversari interni). Risolveranno tutto le primarie? Il centrodestra ha seri problemi nel rapporto con il Psd’Az e l’Udc, ma, più prudentemente, sta rinviando le decisioni.
Il presidente: «Non mi faccio lapidare». Apprese le posizioni di alcuni alleati, Graziano Milia, sul quale il Pd puntava, ha annunciato in serata il ritiro dalla competizione. In un comunicato ha spiegato che «quanto sta accadendo nelle ultime ore, forse condizionato da una lettura superficiale dei risultati elettorali nazionali, mi induce ad un’ulteriore riflessione». Criticando la posizione giustizialista degli alleati, ha scritto: «Si parla di un possibile candidato nella Provincia di Cagliari che “forse ha sbagliato” undici anni fa quando era sindaco di Quartu, nel fare una delibera in Giunta anzichè in Consiglio per fare una gara pubblica, per lapidarlo, nonostante il codice etico rigoroso del partito a cui è iscritto non trovi nulla di ostativo. Ebbene, Graziano Milia non sta sulla graticola né si fa lapidare. Prende atto del fatto che molti cercano di “assaltare la diligenza” e di approfittare della situazione. Si ritira dalla competizione».
Nel Pdl si fa avanti Massidda. Con un tempismo straordinario, il senatore Piergiorgio Massidda, possibile candidato del centrodestra alla guida della Provincia di Cagliari, ha dichiarato ieri sera che «dopo l’entusiasmante vittoria in Lombardia, Veneto, Campania, Calabria e in particolare in Piemonte e Lazio ora attendiamo per le imminenti provinciali una vittoria del centrodestra anche in Sardegna». Massidda ha confermato di essere disponibile alla candidatura: «I cittadini hanno sostenuto chi, evitando contrapposizioni faziose, ha deciso di dare risposte e affrontare i bisogni della gente. In tutte le Province sarde il centrodestra schiererà candidati e programmi all’altezza delle sfide della crisi».