Discussioni e testimonianze al dibattito sugli immigrati di seconda generazione
Il capoluogo sardo in testa alla graduatoria di 103 province
Nessuna questione di razzismo o integrazione, tutti i problemi sono legati al male cronico della nostra Isola: la mancanza di lavoro.
«Chi nasce in una nazione da genitori stranieri deve essere considerato cittadino a tutti gli effetti». Un concetto valido in Europa, ma non da noi. Della seconda generazione di migranti si è discusso ieri in un convegno promosso dalla Provincia, al quale hanno partecipato esperti e studenti di alcune scuole superiori.
IL RECORD La provincia di Cagliari con 538 punti è al primo posto, su 103 enti provinciali, nella graduatoria per potenziale di integrazione. «Il riconoscimento del Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) si basa sul criterio comparativo», precisa Angela Maria Quaquero, assessore alle Politiche sociali. Tradotto? «Riserviamo agli immigrati un inserimento più egualitario in base a quello dei sardi che vivono nello stesso territorio». Bisogna poi valutare se i cagliaritani vivono meglio dei milanesi. Qual è l'obiettivo della Provincia? «Affrontare i problemi dell'immigrazione prima che si presentino. Sappiamo bene cosa è successo a Parigi cinque anni fa. Stiamo lavorando - aggiunge l'assessore - per evitare quella degenerazione».
I NUMERI Nei sei anni compresi tra il 2002 e il 2008 la popolazione straniera in Sardegna è cresciuta del 152 per cento. Su circa trentamila stranieri registrati negli uffici anagrafe dei comuni sono i romeni quelli che risultano in numero maggiore. E nel cagliaritano? Secondo un'indagine dell'Istat i più numerosi nella nostra provincia sono i filippini (1057), seguiti da romeni (987), cinesi (972), marocchini (959), senegalesi (952), sino ad arrivare alle nazioni con solo 2 rappresentanti: San Marino, Sudan, Costa d'Avorio, Etiopia, Madagascar, Mauritius, Zambia, Angola e Arzerbagian.
LE TESTIMONIANZE Cagliari città razzista? No, almeno a sentire i ragazzi stranieri che ieri hanno partecipato al dibattito. «Nessun problema», racconta Eva Manca, 15 anni, nata in città, studentessa al Siotto, figlia di padre sardo e madre domenicana. «Anzi, per me avere doppia nazionalità è un vantaggio». Di cosa si lamenta uno straniero in città? «Mancano gli strumenti per chi arriva da fuori Italia», dice Emma Luz Marquez, sposata con un sardo e madre di una ragazza nata a Cuba. «Questura, Regione, Provincia o Comune non sono in grado di fornire orientamenti, anche i più banali. Ecco perché molti stranieri commettono errori che potrebbero essere facilmente evitabili». Ma qual è il vero problema per uno straniero? La risposta è sempre la stessa? «Il lavoro», conclude Daimara Maria Inerariti. (a. a.)
30/03/2010