Rassegna Stampa

Il Sardegna

Manifesti-denuncia su Castello onlus in strada contro il degrado

Fonte: Il Sardegna
30 marzo 2010

La protesta. Nelle vie Bacaredda, Cadello, Is Mirrionis e viale Ciusa la polemica in dimensione sei per tre

I cartelloni rimarranno affissi fino all' 11aprile. Il committente è un'associazione 

Roberto Murgia roberto.murgia@epolis.sm 

Sei metri per tre affissi ai lati delle strade più trafficate della città. Impossibili da non notare. Tre parole, una sopra l'altra: “Basta degrado in Castello”. A fianco, dentro la faccia di un asino, uno scorcio di via Lamarmora con l'erba cresciuta a dismisura nei muri di vecchi palazzi.

I MANIFESTI sono quattro, nessuno nel quartiere citato dallo slogan, ma tutti piazzati in strade che gli automobilisti non possono fare a meno di percorrere. In particolare chi arriva da fuori: è il caso di via Cadello e viale Ciusa. Un altro poster è in bella vista in via Is Mirrionis, mentre il quarto occupa lo spazio pubblico dei sogni per ogni inserzionista e pubblicitario: davanti al mercato di San Benedetto in via Bacaredda, strada che taglia in due Cagliari. A poche settimane dalle elezioni provinciali, a poco più di un anno dalle comunali, il concetto espresso dal sei metri per tre è chiaro: Castello è un rione morto. Spopolato, privo di trasporti, senza attività commerciali, pieno di palazzi privati da ristrutturare. «È un richiamo alle promesse mai mantenute dall'Amministrazione per questo quartiere - ha commentato il presidente della Circoscrizione Uno, Gianfranco Carboni - un messaggio che il poster esprime con una grafica molto “forte”». Non è chiaro, tuttavia, chi l'abbia voluto esprimere in modo così appariscente. Nei poster, del committente non c'è traccia. Solo la scadenza (l'11 aprile) e l'indicazione del servizio che si è occupato della stampa e dell'affissione. Cioè l'Aipa (Agenzia italiana per pubbliche amministrazioni SpA), che da quasi un anno gestisce il servizio di accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità, del canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche, dei diritti sulle pubbliche affissioni. «Non c'è l'obbligo di indicare il nome del committente», spiega la dirigente del servizio, Maria Letizia Sanna. C'è però il registro cronologia delle affissioni, accessibile a tutti. A consultarlo emerge che a volere i quattro poster giganti è stata una onlus, l'associazione “Stracci e paglia”, che però non si è presentata direttamente agli uffici dell'Aipa per ordinare la commissione, ma ha agito attraverso un'agenzia pubblicitaria: la Pubblia spa, sede legale in via Macchiavelli. Giallo invece sulla sede della onlus, «ma - fanno sapere dall'Aipa - le associazioni senza scopo di lucro non sono obbligate alla registrazione, per questo chiediamo lo statuto ». Senonché, la “Stracci e paglia” si è avvalsa della sua qualità di onlus per usufruire di uno sconto considerevole. Ogni manifesto è costato 88 euro, contro un prezzo “normale” di 250 euro.